Chievo – Roma, un match di pallanuoto

Chievo – Roma, un match di pallanuoto

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Ancora un pareggio al Bentegodi, proprio come nella scorsa stagione, nella sfida tra Chievo e Roma; ancora una volta su un campo al limite della praticabilità. Un anno fa la squadra dell’allora allenatore Ranieri fu fermata sul 2-2, in campo a fare da padrone fu il fango. Oggi è toccato alla pioggia; 90 minuti di vero e proprio diluvio hanno reso la partita priva di spunti tecnici e tattici, appesantendo oltremodo il rettangolo verde. Il campo, sempre più pesante col passare dei minuti, ha penalizzato il gioco di Luis Enrique sicuramente, fatto di molto possesso palla, ma ha favorito la fisicità dei centrali romanisti nei confronti delle punte gialloblu. Pensare ad una Roma unica sfavorita da questa situazione sarebbe un errore; infatti a pagare sono stati anche Pellissier e Paloschi, che fanno della rapidità la loro arma migliore, difficile da esibire in queste condizioni.

Aspetti positivi. Dopo la partita di sabato, nella quale i giocatori avevano evidenziato un calo fisico nel secondo tempo, e su un campo del genere, era facile aspettarsi un Roma lenta, poco combattiva, sempre in affanno. Invece la squadra non ha mai abbassato il ritmo, ha combattuto per tutta la partita, non si è mai allungata. Eccezion fatta par qualche giocatore, si può parlare di una Roma in crescita atleticamente rispetto a sabato, su un campo non facile. A godere di più della condizione del terreno di gioco sono i due centrali difensivi: Kjaer e Heinze. Il danese sovrasta sempre Paloschi, recupera 29 palloni, facendo valere la sua potenza in ogni contrasto; il compagno di reparto ne recupera 30, non sbaglia mai nulla, non soffre mai i due attaccanti schierati da Di Carlo. Ottimo Curci su un campo difficile soprattutto per i portieri, pronto nelle uscite basse, sempre reattivo. Il giocatore che più è cresciuto rispetto alla sfida di sabato è Gago, sempre lucido in fase di costruzione del gioco.  Alla terza apparizione in prima squadra, il giovane Tallo merita di essere menzionato; il ragazzo, ex Chievo, dotato di una buona tecnica, è prestante, si propone spesso in avanti, non perde un contrasto aereo. In possesso di un ottimo scatto, quando si sposta sulla sinistra cerca sempre di conquistare il fondo, come in occasione del goal del pareggio di Simplicio con il Napoli, creando non pochi problemi ai difensori avversari. Infine positivo l’approccio di Perrotta, l’occasione da goal più nitida della Roma è sua, grazie al solito inserimento, frutto di tempismo, reattività e lucidità.

Aspetti negativi. Bojan gioca solo 45 minuti su un campo difficile per uno come lui, molto tecnico e rapido, che non fa di certo della potenza il suo punto di forza; non si vede mai, costringe il mister a sostituirlo all’intervallo. La partita di Josè Angel, invece, dura solo 10 minuti; difficile giudicare il terzino sotto ogni aspetto. Inizia la partita ricordando il giocatore ammirato in occasione di Roma – Cagliari di inizio stagione, propositivo, rapido, lucido; poi si spegne improvvisamente. Doveroso parlare non solo della sua pessima condizione, ma anche delle sue qualità tecniche, che ad oggi hanno regalato più bassi che alti, e dei suoi errori di posizionamento. Oggi a calare nel secondo tempo è stato Marquinho, che però ha iniziato la partita spingendo l’acceleratore al massimo, cercando spesso di infilarsi nella difesa avversaria, grazie alla sua potenza fisica, a testa bassa. Il calo fisico di Borini non sembra avere fine, ma in questo periodo dell’anno ci si allena poco e si gioca molto, e queste considerazioni, oltre al campo di pallanuoto in cui si è giocato oggi, non lo stanno di certo aiutando.

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