Non “ha niente da nascondere” Daniele De Rossi e crede di non dover dare delle scuse a nessuno. Al termine dell’allenamento della Nazionale a Genova per l’amichevole contro gli Stati Uniti, il centrocampista giallorosso racconta la sua verità e guardando negli occhi il suo interlocutore chiarisce la sua esclusione di domenic a Bergamo contro l’Atalanta. Perchè De Rossi è fatto così, la chiarezza fa parte del suo essere e perchè sa che in una settimana importante come quella del derby è fondmentale ricompattare il gruppo. De Rossi recita il “mea culpa” e difende Luis Enrique, il tecnico con cui si trova meglio dall’inizio della sua carriera e che ha contribuito a farlo restare a Roma.
“Non ho problemi con lui e mai ne ho avuti – ha detto affilando un attimo la voce –. Ne ho sempre parlato in maniera positiva e continuerò a farlo: mi piace perchè non guarda in faccia a nessuno, perchè non fa sconti, perchè tratta tutti nello stesso modo: me, Francesco, i ragazzini… Certo, per me ieri è stata una giornata non positiva, mi è dispiaciuto quel che è successo. E certo non è avvenuta alcuna rissa con Kjaer, alcuna fuga nè ho offeso alcuno. La società ha parlato e ha detto quel che è successo. Non lo ripeterò. Sono semplicemente stato disattento“.
Certo, una sanzione così per un ritardo di 5 minuti alla riunione tecnica sembra sproporzionata: “Non so se l’avrei fatto, mica faccio l’allenatore – ricorda De Rossi –. Il mister l’ha deciso e io continuo a fidarmi di lui, così come fa il gruppo. Spero lo faccia anche la tifoseria. So che a Roma sta nascendo un pò di caos e mi dispiace perchè l’ho creato io in primis“. Ma lui, che “di sbagli ne ho fatti parecchi“, invita tutti a “non massacrare l’allenatore. Lui ha posto delle regole e le regole vanno rispettate e quelle che io rispetto me le hanno date i miei genitori“. E infine: “Smettetela di dire che se ci fossi stato io in campo ieri non avremmo preso quella ‘bambola’“.
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