CORSPORT – R. BOCCARDELLI – Non parla spesso pubblicamente Daniele De Rossi, ma quando lo fa riesce a non essere mai banale, anzi, dà spesso chiavi di lettura molto personali sugli avvenimenti che si susseguono e che lo coinvolgono in prima persona e come centrocampista vicecapitano della Roma. Un De Rossi ritrovato e rigenerato che ha spiegato ieri attraverso i microfoni di TRS il perchè di questa sperata ma non certo scontata (soprattutto in questi termini) rinascita giallorossa. Ad esempio che Garcia poteva essere l’uomo giusto dopo un paio di allenatori sbagliati. (…)
«Quando si alza l’età media e si mettono dentro giocatori importanti, le cose cambiano. I giocatori che stanno fuori fanno la differenza: Burdisso, Marquinho, Taddei, Borriello, Bradley. Potrebbero fare i titolari ovunque, ma stanno lì senza fare mugugni e dimostrano di essere grandi calciatori e grandi persone» . Insomma,(…) L’esperienza conta. (…)
«La cosa più brutta è stata la preparazione a questo campionato. Non poter dare dimostrazione che volevamo farli tornare a sorridere… era un aspettare qualcosa che loro meritavano. Già all’Open Day, prendere così pochi insulti è stato un miracolo. (…)».
Roma a punteggio pieno. E adesso?
«Piedi per terra. Per fortuna giochiamo tra due giorni, non so dire come finirà ma posso dire questo: affronteremo la Sampdoria con lo spirito giusto» .
«Due secondi prima lui aveva preso il palo. Mi ero detto che a questo ‘poraccio’ gli aveva detto male anche stavolta. Siamo legati in maniera intensa, le famiglie sono amiche. Nessuno si meritava questo gol più di lui, nemmeno io. (…) Sul nostro rendimento si può sempre discutere, ma le valutazioni sono spesso distorte dai risultati».