De Sanctis, ex senza rimpianti

De Sanctis, ex senza rimpianti

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Morgan-De-SanctisIn estate è arrivato con qualche perplessità da parte dell’ambiente romanista, scottato da due anni di risultati deludenti. “Troppo vecchio”, si diceva. “Ormai è nella fase finale della carriera”. Invece il portiere della Roma, fino allo scorsa stagione al Napoli, Morgan De Sanctis, ha fatto ricredere tutti in queste prime sette giornate di campionato. Oltre alle indubbie doti tecniche, De Sanctis ha dimostrato subito una forte personalità, proprio quello che è mancato all’interno di Trigoria e che ha in gran parte contribuito agli insuccessi giallorossi. Tanti piccoli grandi segnali lanciati dall’ex portiere della Nazionale. Ha sfoggiato, durante la conferenza stampa di presentazione, una sgargiante cravatta giallorossa. Durante l’open-day ha preso in mano il microfono e, girandosi verso la Sud, l’ha fatta impazzire: “Faremo rialzare la testa ai nostri tifosi. Li faremo essere nuovamente orgogliosi di essere romanisti”. Durante il riscaldamento dell’ultimo derby, ha caricato il pubblico con gesti plateali, entrando subito nel cuore del popolo dell’Olimpico.

Quando parla, non lo fa mai a sproposito, e ovviamente Morgan non poteva non soffermarsi sul proprio passato partenopeo:

Ritrovare il Napoli che effetto fa?

“Sono concentrato sull’aspetto tecnico e tattico. È una partita delicata perchè il Napoli ha un micidiale potenziale offensivo. Li conosco tutti perchè sono stato loro compagno, escluso Higuain, ma lui non deve essere scoperto, avendo giocato nel Real Madrid. La struttura è solida e ha un allenatore che ha portato idee nuove”.

Questo è l’aspetto tattico e tecnico. E quello emotivo? De Sanctis è un calciatore che gioca con il cuore

“Il fatto di affrontare il Napoli all’Olimpico attenuerà l’impatto emotivo con il passato. Sono sicuro di poter gestire la situazione senza patemi. Forse al San Paolo, tra qualche mese, sarà diverso”.

Ma perchè è andato via dal Napoli?

“Sono razionale, non un istintivo. Il discorso è stato semplice. A gennaio ho rinnovato il contratto per due anni, la società mi aveva garantito che sarei stato ancora protagonista. Poi è stato ingaggiato Rafael, portiere di 22 anni, per sei milioni. Chiaro il progetto. Prima o poi mi avrebbero detto: “Aiutalo a crescere”. No, non mi andava bene, perchè Benitez aveva detto che De Sanctis era il suo portiere e De Laurentiis lo aveva confermato. Sono andato via, rimettendoci di tasca mia. A Napoli è arrivato Reina, la soluzione migliore in quel momento: un portiere esperto e intelligente che conosce benissimo l’allenatore”.

Non sarà stato facile rinunciare ai soldi, stipendi e premi per la qualificazione europea, e alla Champions League

“Ma io avevo intenzione di giocare ad alti livelli due campionati e questa opportunità mi è stata concessa da una grande squadra come la Roma. Mi sarebbe piaciuto farlo a Napoli, però ho deciso di essere io l’artefice delle mie fortune. Certe scelte sono state fatte negli uffici, sulla carta diciamo così, e non mi sarebbe piaciuto accettarle. Considerando cosa è successo a qualche mio ex compagno, ho rafforzato l’idea che ho fatto bene ad andare via”.

Non fa nomi, ma è chiaro il riferimento a Paolo Cannavaro, il capitano finito in panchina. Ma adesso come vede la sua ex squadra?

“Il Napoli ha un organico più forte e completo, è in grado di vincere lo scudetto e può metterci in difficoltà. Bisognerà fare molta attenzione”.

Qual è il ricordo più bello di questi anni?

“La finale di Coppa Italia, vinta il 20 maggio 2012 proprio qui, all’Olimpico, battendo la Juventus che aveva appena vinto lo scudetto, l’acerrima nemica. Bel ricordo, anzi bellissimo, perchè anch’io quella notte feci qualcosa…”.

Domani sarà un’altra grande notte

“Auguro ai tifosi di godersi lo spettacolo: noi cercheremo di rendere tale questa partita”.

Chiaramente, analizza anche il momento della sua Roma:

Quale segreto dietro a questi trionfi?

“Chi ha giocato qui negli ultimi due anni ha accumulato tante delusioni e si è gettato nel lavoro con più umiltà, più intensità, più voglia di aiutare la squadra ad essere protagonista. Sono arrivati, poi, giocatori con alte motivazioni: io vorrei chiudere la carriera con un altro importante risultato, Maicon punta a giocare i Mondiali nel suo Paese, Strootman vuole emergere e Gervinho è stato scelto direttamente dall’allenatore. Che in questa partenza ha avuto un peso determinante”.

È così bravo Garcia?

“È il principale artefice di questo positivo inizio di stagione. Mi ha subito colpito per le sue idee, chiare ed efficaci. Non gestisce solo le partite, ma anche gli uomini. Però, l’ho detto, la strada è lunga e tortuosa”.

Anche domani sera, De Sanctis vorrà dimostrare che la Roma non ha sbagliato ad affidare a lui le chiavi della porta.

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