De Sanctis si unisce agli elogi: «Rudi che bella sorpresa!»

De Sanctis si unisce agli elogi: «Rudi che bella sorpresa!»

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De SanctisCORSPORT – Pare che a Istanbul vada di moda il giallorosso. Quello di qui. Del giallorosso del Galatasaray nemmeno parlarne, è normale. Ma lì hanno visto giocare alla Roma le prime due partite del campionato e si sono divertiti. (…)

«Bella palestra, quella – racconta De Sanctis – Credo mi abbia preparato all’atmosfera che troverò la prossima settimana a Roma. Si vogliono sempre vincere partite del genere, ma dopo la sconfitta in Coppa Italia i tifosi saranno ancora più affamati. Derby a parte, giocare a Istanbul mi ha insegnato come comportarmi a Napoli e anche a Roma, posti in cui intorno al calcio c’è sempre tensione. La sorpresa più piacevole è l’allenatore Garcia. Bravo e serio, attento ai particolari, consapevole di quanto sia importante la comunicazione in questo mestiere. Si è sforzato di imparare l’italiano in brevissimo tempo e questo lo sta aiutando».

(…)Il fascino di Garcia ha colpito De Sanctis come ha colpito a suo tempo il direttore sportivo Walter Sabatini, il quale ammette: «Appena l’ho incontrato ho capito che era l’uomo giusto. Quando l’istinto entra in conflitto con la ragione, di solito seguo il primo».

Garcia a sua volta dall’incontro con Sabatini ha colto l’essenziale. «Mi ha detto: grazie di essere venuto, ma sceglieremo un altro. Lì ho capito che per allenare a Roma serve carattere». Anche per parare, annota De Sanctis: «Siamo partiti bene, d’accordo, però bisogna continuare a lavorare così fino alla fine della stagione. I tifosi hanno bisogno di un po’ d’entusiasmo. Di parecchio entusiasmo. E’ troppo tempo che la Roma non riesce a disputare campionati di livello, com’era abituata a fare. La squadra è buona, l’Europa è il suo posto».

La Roma ha preso De Sanctis proprio perché lo ritiene un portiere dalla pelle di coccodrillo, capace di non farsi venire i brividi neppure dopo un eventuale errore. Anche in questo senso l’esperienza a Istanbul è stata preziosa: «Fino a quel momento avevo giocato a Udine e a Siviglia. Posti importanti, ma dal punto di vista calcistico un po’ più tranquilli». Sembrano analisi sensate, non parole dettate dal dovere di ospitalità nei confronti dell’intervistatore turco.

 

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