Mattia da Ascoli. Arrivato con i migliori auspici il 30 Luglio a Trigoria, con un investimento pesante di 16 milioni di euro complessivi (prestito oneroso di 11,5 milioni di euro con riscatto fissato a 4,5) è stato criticato all’inizio della stagione per essere troppo molle sotto porta, di non vedere la porta come un vero attaccante.Le statistiche, però, non dicono proprio le stesse cose. Andiamo con ordine. Al netto delle presenze, il centravanti ascolano ha giocato in totale 1285 minuti, tra Coppa Italia e Campionato. Dividendo per 90, la durata di una partita regolamentare, i 1285 minuti, avremo come risultato un 14,2. Questo vuol dire che calcolando il minutaggio per gli ingressi in campo, Mattia Destro ha giocato in sostanza circa 14 partite. Nonostante le offese, le urla, il malcontento, il suo score di 10 gol e 3 assist diventa di tutt’altro spessore, considerando quindi che siamo quasi a un gol o assist a partita. Eppure prima del cambio di rotta generale, dovuto alla doppietta in Coppa Italia, gli attacchi alla dirigenza dopo le prestazioni di Napoli e Catania, per fare due esempi, si sprecavano, mentre chi cercava di rimanere lucido e ricordava le qualità indiscusse del ragazzo era tacciato di faziosità e presa di posizione, nonché soprannominato “pretoriano” della Società.
Per toglierci lo sfizio, facciamo lo stesso giochino con Pablo Daniel da Buenos Aires: la tabella recita 23 partite e mezzo disputate, per uno score di 16 gol e 2 assist. Altri numeri importanti, per una punta che per un paio di mesi è stato ombra di sé stesso, vivendo un periodo buio di forma e presenza psicologica innegabile.
Sommando i numeri, quindi, questi due attaccanti giallorossi hanno siglato, in 36 partite disputate, 26 reti in coppia e 5 assist.
Sono numeri. I numeri non vogliono dire nulla. A meno che non si parli di record, vero?
