Eusebio Di Francesco, attuale allenatore del Lecce, si appresta a sfidare la Roma, club con il quale ha giocato quattro anni. contattato dal quotidiano Il Messaggero ha dichiarato: “Come ho pensato di diventare allenatore? Quando ho smesso, non volevo più saperne del calcio e soprattutto non avrei mai pensato di fare l’allenatore, tant’è che ho aperto uno stabilimento balneare. Poi sono tornato a Roma per fare il team manager, è stata una bella esperienza. Ma mi mancava troppo l’odore dello spogliatoio, la vita sul campo. Insomma, ci sono ricascato con tutte le scarpe. Ed eccomi qua. Zeman? Mi piace la sua filosofia, il suo modo di concepire lo sport. Ma io non copio nessuno, prendo solo spunto. Capello? Con lui ci siamo confrontati spesso, io facevo il calciatore e volevo giocare. Peccato quell’anno venivo da un lungo infortunio, lo scudetto l’ho vissuto poco da protagonista, ho fatto solo cinque presenze, e molto nello spogliatoio. A distanza di anni, ho capito le sua scelte. Capello è stato bravo e fortunato ad avere un gruppo di giocatori fantastici. Il mio Lecce? Per adesso facciamo un 4-2-3-1 spallettiano. Ho in Bertolacci, il Perrotta di quel periodo. Mi piace il calcio offensivo. Luis Enrique? È la novità per eccellenza. Un allenatore come lui in Italia non esiste. Sta cambiando la mentalità della gente e la squadra propone un calcio piacevole, innovativo. Mi piacerebbe vederlo in allenamento. Il problema è che bisogna farlo lavorare in santa pace e la Roma ha dimostrato di credere in lui. Sta lavorando sui giovani, cosa che prima non accadeva. Totti? Francesco ha quattro occhi e in campo ha un carisma fuori dal comune. È il migliore con cui abbia mai giocato. Era è e resta un amico. Adesso sono un giallorosso salentino e sarà bellissimo tornare all’Olimpico. Che accoglienza mi aspetto? Mi aspetto un saluto da parte dei tifosi, io andrò a salutare gli amici, poi faremo il nostro dovere”.