Dialogo e scelte chiare: e il metodo Montella

Dialogo e scelte chiare: e il metodo Montella

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Le chiavi dell’Aeroplanino le ha lasciate nell’hangar, attaccate vicino agli scarpini che ha appeso al chiodo. Da quando ha chiuso col calcio giocato, infatti, Vincenzo Montella ha smesso anche i panni del pilota per vestire i gradi del comandante.

E l’esordio sulla panchina della Roma nella vittoriosa trasferta di Bologna ha dimostrato che difficilmente si farà mettere i piedi in testa dalle sue truppe. Nè traghettatore, nè scugnizzo, Montella si è preso la Roma lasciata alla deriva dal dimissionario Claudio Ranieri e l’ha subito rimessa in moto. Con scelte chiare, comunicate e spiegate ai diretti interessati. Con un’idea sola in mente: fare giocare i migliori e cercare di farli rendere al massimo delle loro potenzialità. Si spiega così la scelta del modulo, quel 4-2-3-1 di spallettiana memoria che tante soddisfazioni ha regalato al gruppo giallorosso. Un sistema tattico che ha permesso di rispolverare anche un desaparecido come David Pizarro. Il comportamento del cileno, tra i migliori a Bologna, non è però piaciuto a parte della tifoseria. Con Ranieri, infatti, con cui il rapporto era ormai logoro, il ‘pek’ più che a un calciatore assomigliava a un personaggio della trasmissione ‘Chi l’ha visto?’. Adesso, invece, sembra tutto d’un tratto tornato a recitare il ruolo di ‘professore del centrocampò. Merito di Montella, ovvio, ma anche dell’improvvisa ritrovata disponibilità del giocatore nei confronti del nuovo tecnico.

D’altronde, l’ex Aeroplanino, oltre a frequentare il Supercorso di Coverciano, potrebbe aver studiato anche ‘L’Arte della Guerra’, trattato di strategia militare utile per interagire con uno spogliatoio complesso come quello della Roma. «Chi ha creato un esercito compatto, con ufficiali e soldati che combattono uniti per un unico fine, sarà vittorioso» è ad esempio una delle indicazioni che emergono dal libro e che Montella sembra aver fatto proprie. E il fine ultimo del nuovo tecnico giallorosso è rappresentato dalla qualificazione alla prossima Champions League. Per raggiungere il quarto posto, per tirare fuori il massimo dalla squadra, ha dimostrato che farà scelte anche rischiose, come restituire i pali a Doni, declassando ufficialmente Julio Sergio, e tenere in panchina Totti. Proprio il capitano, però, dovrebbe ritrovare una maglia da titolare per la partita col Parma, rilevando Borriello nel ruolo di unica punta. Contro gli emiliani, poi, sicuramente non ci sarà Mexes, uscito malconcio dalla trasferta al Dall’Ara e squalificato per un turno dal giudice sportivo. E chissà quanto ancora bisognerà aspettare per rivedere in campo Adriano, tornato dal Brasile ancora alle prese col brutto infortunio alla spalla destra. L’attaccante, che secondo la stampa sudamericana potrebbe tornare a fine stagione in patria (Flamengo o Corinthians, ndr), nei prossimi giorni avrà una visita di controllo col professore Castagna (lo stesso che l’ha operato quasi un mese fa, ndr) per capire i tempi di recupero.

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