Il modello della Roma deve essere quello di una squadra vincente, come il Manchester United, il Barcellona, il Real Madrid, ma con in più i turisti del Colosseo e di San Pietro, fiore all’occhiello della città che le squadre prima menzionate non hanno nelle loro relative case. «Di sicuro bisogna incominciare a vincere e il nostro staff, con Luis Enrique, Franco Baldini e Walter Sabatini, è in grado di farlo. Poi, come dicevo, è fondamentale sviluppare il marchio attraverso il web. Dagli Stati Uniti abbiamo portato a Roma gente con profonde radici italiane -aggiune DiBenedetto- per investire sui social media e nel marketing di Internet. Una cosa è avere un’idea, e io ne ho molte. Un’altra cosa è avere le persone per metterla in pratica». Il nuovo numero uno giallorosso non è completamente d’accordo con i suoi colleghi, secondo i quali la rovina economica del calcio sono gli ingaggi dei giocatori. «Di sicuro sono una percentuale molto alta del bilancio, ma il problema vero è: troppo alti i salari o troppo bassi i ricavi? La priorità dei club italiani è aumentare le entrate perchè il mercato dei giocatori è un mercato internazionale e i prezzi li fa il mercato».