CORRIERE DELLO SPORT – I ricavi. Il minimo comun denominatore del progetto Colosseo, sarà quello di lavorare sui ricavi con l’obiettivo di incrementarli attraverso botteghino, merchandising, sfruttamento del marchio e, quando sarà, stadio. Tutto giusto, tutto bello, ma chi gestirà questo nuovo corso? Non crediamo di offendere nessuno, dicendo che in questi giorni ci sono due correnti di pensiero ovviamente in contrasto tra loro. Una sostiene l’arrivo di una dirigenza tutta nuova a Trigoria, i nomi che si fanno sono quelli di Franco Baldini come direttore generale, Walter Sabatini come direttore sportivo, Claudio Fenucci (oggi al Lecce) o Rinaldo Sagramola (ora al Palermo) come direttore amministrativo. L’altra sostiene invece gran parte dell’attuale dirigenza, a cominciare dal direttore operativo Gian Paolo Montali, uomo molto vicino a Unicredit e che in passato ha già incontrato mister DiBenedetto, per passare al ds Daniele Pradè. Di sicuro ci sarebbe soprattutto la novità del direttore amministrativo con un altro manager al posto della dottoressa Cristina Mazzoleni da anni al timone di comando dei conti giallorossi.
LE IDEE – Ma al di là dei nomi che scopriremo strada facendo, quello che conterà veramente saranno le idee. La Roma ha bisogno di proiettarsi nel futuro. Lo farà, almeno all’inizio, puntando su due voci dei ricavi: botteghino e merchandising. E’ un dato di fatto che negli ultimi anni la società giallorossa abbia progressivamente perso abbonati e spettatori. Basti questo dato: a dieci anni di distanza dallo scudetto quando la Roma la stagione successiva staccò 47.000 abbonamenti, si è scesi a diciottomila e non si provi a dire che è colpa della tessera del tifoso perché un anno fa gli abbonati furono 25.000. Come minimo, insomma, la Roma ha perso un abbonato su due. Stesso discorso al botteghino. Per recuperare tanta passione dilapidata, sin dalla prossima stagione saranno proposte delle formule alternative per invogliare la gente a tornare allo stadio.
MERCHANDISING – Capitolo merchandising. Tra le cose che agli americani piacciono poco nella Roma che ereditano, c’è quella di un contratto con lo sponsor tecnico firmato fino al 2017. C’è l’intenzione di rescindere, pagando la penale prevista, per affidarsi a un marchio internazionale, in grado di avere punti vendita in tutto il mondo perché se un cinese vuole comprarsi la maglia di Totti deve poterlo fare a casa sua. O, in alternativa, attraverso il sito che sarà potenziato e nuovamente cambiato. In prospettiva futura, il business è quello dello stadio. Mister Tom è stato molto chiaro a proposito, tra i suoi obiettivi ha quello di un impianto a dimensione calcio, un casa per la Roma e i suoi tifosi. Una casa che dovrà garantire i ricavi per una Roma che «ogni anno dovrà lottare per lo scudetto» .