La fumata bianca è vicina. La Roma ormai a sciolto gli ultimi nodi legati alla prossima guida tecnica: stando alle ultime indiscrezioni raccolte da RomaGiallorossa.it, difatti, tra Massimiliano Allegri e la Roma è stato trovato l’accordo. Negli ultimi giorni la Redazione ha tenuto contatti con le tre città in questione: Milano, Napoli e Roma.
MILANO – Dal capoluogo milanese sono filtrate le prime indiscrezioni, secondo cui l’intenzione milanista è quella di affidare la panchina rossonera a Clarence Seedorf accompagnato da Mauro Tassotti, storico secondo e soprattutto in possesso del patentino da allenatore. Il numero 1 del Milan, Berlusconi, nelle ultime settimane ha acceso la miccia, con uscite fuori posto mirate a colpire proprio il suo attuale allenatore. Il presidente, poi, è sempre stato chiaro riguardo chi deve avere il ruolo di uomo guida della sua squadra: deve avere il sangue rossonero. Possibile quindi che l’anno prossimo ritroveremo a San Siro Seedorf, da sempre stimato dall’ex Premier italiano, oppure Pippo Inzaghi, che tanto bene sta facendo con gli Allievi Nazionali, oppure ancora Rino Gattuso, il gladiatore del centrocampo rossonero degli ultimi anni, tra l’altro stimato proprio da Seedorf, che lo vorrebbe come secondo in caso di chiamata. Tutto in previsione, però, del 2014, anno in cui Cesare Prandelli vedrà scadere il suo mandato con la FIGC…
NAPOLI – A Castelvolturno viene data ormai per scontata la partenza di Cavani, anche e soprattutto dopo il modo in cui hanno parlato nel post-partita di ieri sia l’attaccante uruguaiano che soprattutto Morgan De Sanctis. Il numero 1 azzurro, tra l’altro, ha fatto chiaramente capire che a Napoli si può far fronte a una partenza del Matador, mentre sarebbe molto più complesso cambiare dopo quasi quattro anni modo di giocare e mentalità, quindi guida tecnica, quindi Mazzarri: le percentuali verso il rinnovo con la Società napoletana vanno sempre più aumentando, arrivando a sfiorare il 100%, come anticipato proprio da RomaGiallorossa.it quasi una settimana fa (CLICCA QUI). L’unica alternativa al momento in piedi realisticamente è l’Inter dell’ex DG azzurro Fassone, ora proprio in nerazzurro, come del resto diventerà a tutti gli effetti Hugo Campagnaro a Luglio, uomo di fiducia del tecnico di San Vincenzo. L’accostamento di Mazzarri alla panchina della Roma non è stato, però, campato in aria. La Società capitolina, difatti, ha sempre avuto un occhio preferenziale su Allegri, ma per non farsi trovare impreparata ha sondato il terreno con il tecnico del Napoli, stuzzicato anche all’idea di cambiare aria. Stesso copione, possiamo dirlo tranquillamente, presentatosi due anni fa, quando il suo nome venne accostato alla Juve nel finale di stagione, salvo poi scoprire che la guida tecnica bianconera sarebbe stata Antonio Conte.
ROMA – Dalla Capitale ci sono stati ballottaggi riproposti per settimane, con Mazzarri e Allegri a contendersi la panchina, con Pioli di mezzo a stuzzicare l’appetito, visto il suo ottimo rapporto con Sabatini, che tra l’altro stravede per lui dai tempi di Palermo. Il pensiero, almeno quello di chi vi scrive, è andato subito ai primi mesi dell’inverno scorso, quando venne fuori la notizia di un viaggio a Napoli di Baldini: fare uno più uno è stato semplice, intrigante, ma troppo scontato. Si è fatto il gioco delle percentuali, si è provato a battere più piste, interpretando, desiderando, sognando, poi aguzzando la vista e scoprendo la verità: nonostante le varie voci di circostanza, per non dire “di copertura”, la Roma non è mai andata forte su un allenatore quanto ha fatto ultimamente con Allegri, ad essere precisi dalla sconfitta patita in Champions League contro il Barcellona, uno 0-4 affatto digerito da Berlusconi, da sempre invaghito della competizione europea. A questo aggiungiamo anche che il rapporto tra il Presidente rossonero e il tecnico non è affatto idilliaco come viene riferito ai microfoni di varie emittenti, con Allegri affatto contento di alcune uscite, con Galliani impegnato a lavorare sodo per evitare rotture. Nonostante tutto, l’attuale allenatore milanista si è detto disposto a rimanere a Milano, perché padrone di un contratto in essere per un altro anno. Ma si sa, quando una crepa diventa profonda è sinonimo di frattura. La dirigenza giallorossa ha marciato convinta su Allegri per diversi fattori:
1)L’atteggiamento in campo delle sue squadre, mai remissivo ma sempre propositivo e a tratti arrogante, quest’ultima parola chiave in casa romanista riguardo il ruolo di guida tecnica;
2) L’attitudine benvista dal DS Sabatini a puntare su giocatori giovani a volte anche non affermati, come nel caso di Niang, El Sharaawy e De Sciglio, e trasformarli in talenti di valore assoluto, come potrebbe fare a Roma con un gioiellino della cantera, Viviani. Aggiungiamoci anche che l’età media del Milan, a parte Abbiati, Ambrosini e Yepes, è di 24,8 anni, seconda quest’anno solo a quella del Pescara. Questo dopo una rivoluzione, dopo aver ceduto due pedine fondamentali come Ibra e Thiago Silva, dopo aver iniziato il campionato con l’incubo della retrocessione, per poi entrare nel rush finale con uno sprint per la Champions.
3) Allegri è un allenatore di mentalità, carisma ma anche pragmatismo. Sul campo di allenamento adotta il metodo del bastone e della carota, e non lesina ramanzine anche ai giocatori più benvisti dai tifosi, riuscendo però ad uscirne sempre col sostegno della piazza, resistendo anche ad illazioni e posizioni poco carine di alcuni media, raggiungendo in tre anni uno scudetto, un secondo posto (anche se il gol di Muntari…) e adesso la quasi insperata lotta per la Champions, anche se passando per i preliminari.
Elementi e fattori non di poco conto, che mettono un punto che se non è definitivo poco ci manca. Si parla di un possibile contratto triennale, che sigillerebbe in modo definitivo l’accordo verbale che il DG Baldini ha raggiunto con Allegri nei giorni scorsi, chissà forse mesi, con Allegri. Ulteriore indizio? Il rifiuto, guarda un po’, della panchina del Napoli.