FOCUS – Il dipinto di Mire, la sfogliatella di Cannavaro e la...

FOCUS – Il dipinto di Mire, la sfogliatella di Cannavaro e la fuga per la libertà.

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ROBERTO TEDESCHI

ROBERTO TEDESCHI
ROBERTO TEDESCHI

Sgomento, felicità, gioia, follia, incredulità : sono il cocktail esplosivo di sentimenti che albergano nella testa e nel cuore di qualsiasi tifoso giallorosso, che questa mattina si è risvegliato nuovamente in testa alla classifica di Serie A e se non bastasse, oltre all’ottava vittoria consecutiva in tasca, con 5 punti di vantaggio sulle dirette inseguitrici (Fiorentina permettendo).

Alzi la mano chi, in preda ad una visione mistica, il 25 o il 26 Agosto scorso, quindi poco meno di due mesi fa, aveva solo immaginato, pensato, creduto lontanamente che la Roma, caduta nel cerchio più profondo dell’Inferno calcistico, potesse risorgere così, proiettandosi in poche settimane da una dimensione di sconforto assoluto, ad una di esaltazione quasi paradisiaca.

E’ vero sono solo otto le gare giocate, è vero ne mancano trenta, non si possono fare bilanci, non si devono trarre conclusioni affrettate. Ma la domanda è d’obbligo: si leggono e si sentono discorsi di questo tenore per pura e (bieca) scaramanzia o perché veramente si crede che la Roma non stia costruendo un’impresa epica?

22 goal fatti, 1 solo subito, miglior difesa d’Europa con distacco assoluto sulle migliori formazioni del nostro continente, otto vittorie consecutive nelle prime otto sfide di campionato, era successo solo in tre precedenti alla Juventus (nelle stagioni 30-31, 85-86 e 2005-2006) e in tutti e tre i casi i  bianconeri hanno portato a casa lo Scudetto, di cui l’ultimo poi revocato per le annose vicende di Calciopoli.

La Roma di Totti ha eguagliato la Juve di Platini“. Con questa frase lapidaria, il Generale Rudi,  leader maximo dell’armata giallorossa, ha commentato a caldo l’ennesimo trionfo di una marcia che appare inarrestabile e lo ha fatto non a caso nella serata in cui il Capitano giallorosso aveva abbandonato, suo malgrado, i propri compagni con largo anticipo per un problema muscolare al flessore della coscia.

Quando Totti ha chiesto il cambio per qualche istante il silenzio dello stadio giallorosso, è combaciato perfettamente con lo sbandamento dei giocatori in campo che solo in quei minuti hanno rischiato di subire un goal che avrebbe cambiato l’inerzia della gara: lancio in profondità per Goran Pandev, antico spauracchio dalla maglia sbiadita, fortunatamente ipnotizzato dal pirata Morgan, che con un grande gesto atletico ha salvato il risultato, in collaborazione con Daniele De Rossi, risultando decisivo nell’unica vera parata stagionale, come solo i grandi portieri sanno fare.

Roma Napoli 2-0 EsultanzaDa lì il primo segnale che la ruota calcistica quest’anno dice Roma, così come l’avvicendamento di Britos con lo spaesato Paolo Cannavaro, capace di provocare con due mosse, quasi scacchistiche, la punizione del goal, il rigore del raddoppio e la propria espulsione per doppia ammonizione.

Terzo ed ultimo segnale: esce Totti, che probabilmente avrebbe battuto quella punizione allo scadere del primo tempo, la responsabilità ricade sulle spalle di Miralem Pjanic che, sotto gli occhi di Diego Maradona, corona la settimana calcistica più esaltante della sua carriera, per via della storica qualificazione della sua Bosnia ai mondiali in Brasile, con una pennellata d’autore degna del miglior Botticelli e una staffilata sotto l’incrocio che fulmina Reina per il 2-0 finale.

Tutti a casa alè, tutti a casa alè“, canta la Sud estasiata, ma in realtà saremmo rimasti tutti lì per goderci il primato e continuare a chiederci se sia vero o no, se è tutto un sogno oppure è realtà.

Nel frattempo, mentre i tifosi increduli si godono il momento ma allo stesso tempo si interrogano su come finirà, l’armata giallorossa compatta e invalicabile, prosegue la sua corsa ed è in fuga per la vittoria, in fuga per la libertà.

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