Garcia, Totti e Sabatini la Roma si fa in tre

Garcia, Totti e Sabatini la Roma si fa in tre

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rassegnastampaIL MESSAGGERO – Alla fine, la Santissima Trinità. Senza essere blasfemi, pariamo di calcio e di chi il calcio lo fa. Con le operazioni di mercato: Walter Sabatini. Con la tattica e la psicologia: Rudi Garcia. Con le prestazioni: Francesco Totti, capitano della Roma. In un’intervista a Canal Plus, il trio in questione, cioè l’ossatura della Roma con ds, allenatore e capitano, ha fatto capire che ora forse a Trigoria c’è la chimica giusta. Garcia stravede per Totti; Totti definisce Garcia la persona giusta, il futuro; Sabatini parla di Rudi come un innamorato a prima vista. Se le parole si tramuteranno in fatti (e fin ora l’inzio è stato confortante), la Roma è a cavallo.

UN GRUPPO A PEZZI Garcia non è il tipo che si lascia andare a frasi di circostanza, dà sempre l’impressione di essere sincero. Lo dimostra il fatto che ciò che dice non sempre è condiviso, vedi quando a Riscone definì laziali i “contestatori”. «C’è una frase: la Roma non si discute, si ama. Gli ho solo ricordato che bisognava tifare la Roma, che ha un progetto nuovo. Se non capiscono potrebbero essere definiti tifosi della Lazio. Lo scopo era difendere i calciatori, perché ho trovato un gruppo privo di fiducia. Mi sono reso conto che la finale di Coppa Italia ha pesato, c’era molto disamore ma ora mi sembra che le cose siano positive». Non torna indietro di una virgola, insomma. E su Totti? «Immenso giocatore e grandissimo uomo, riproduce all’istante ciò che vede in campo. Vuole essere trattato come gli altri. È l’anima della squadra, umile, l’uomo è all’altezza del giocatore». Ed eccolo, Garcia, su Sabatini, il demiurgo (nel bene e nel male) del progetto “nuovo”. «La prima cosa che mi ha detto quando ci siamo visti: ti abbiamo fatto venire, ma non sarai tu che scegliamo. Walter è uno di carattere e io ho impiegato mezza giornata per capire che ci vuole forza per allenare la Roma». Chi prima, Sabatini, chi dopo, Totti, sono rimasti colpiti da quest’uomo mezzo spagnolo e mezzo francese. «È il tecnico giusto, è il futuro», ammette Francesco. «L’ho invitato ad un colloquio a Milano. Lui ha mostrato molto entusiasmo; ha prevalso l’istinto e non la ragione e quando se ne è andato, io l’avevo già scelto», Sabatini dixit. E per ora sembra tutto perfetto. Un po’ meno perfetta la situazione Bradley. Un tweet dagli States dice: lesione di secondo grado alla caviglia. Out un mesetto.

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