Copacabana sottozero. Brasiliani al freddo. Tanti, diversi, avversari. I loro, ricchi, vincenti, inseriti. Emigrati felici. I nostri, ricchi, perdenti (ma di successo), precari. Turisti preoccupati. Dal viaggio, dal clima, dalla trasferta. E dal futuro. Premiati e penalizzati dalla gestione Montella, riemersi e spariti dopo la fuga di Ranieri, promossi e bocciati dal ribaltone. Per tutti: che ne sarà di loro nella nuova Roma?
Ribaltoni Donetsk sottozero, nessuna novità. Brasiliani contro, e pure questa non è nuova. I loro, uniti, affiatati, solidali. I nostri, divisi, concorrenti, egoisti. 8 marzo, festa della donna, martedì grasso. Chi vincerà il carnevale 2011, i brasiliani d’Ucraina o i brasiliani di Roma? Loro, strafavoriti. Squadra giovane, frizzante, veloce. Quaggù, hanno preso due gol di vantaggio. I romanisti, quasi spacciati. Squadra vecchiotta, sgasata, al piccolo trotto. Ogni tanto stappa, ha un colpo di coda. Lassù, tenterà l’impresa. Brasiliani in e out. Montella ha piazzato i suoi uomini, senza perdere tempo, senza complimenti. Via Julio Sergio, si rimetta i guanti Doni. Il cambio più delicato e discutibile. Montella ha ascoltato se stesso e qualche senatore. Juan ha caldeggiato il cambio di allenatore e il cambio di portiere, con Doni si intende meglio, sono fatti della stessa pasta. Juan, brasiliano per tutte le stagioni— ministro della Difesa nei governi Spalletti, Ranieri e Montella— ma forse non per le prossime: il calcio italiano lo ha logorato, il richiamo di casa — il suo Flamengo — sempre più forte. Ma intanto, domani sera, un’altra questione internazionale da risolvere: come arginare Costa e Luiz Adriano?
Paroloni Pensieri, grattacapi, previsioni. Chi segnerà i due gol necessari per la rimonta? Non l’Adriano romanista, che sta trattando prepensionamento e buonuscita. Taddei, come al solito, dovrà pensare a tutto: le due fasi, la transizione, il possesso e il furto, la difesa e l’attacco. Rodrigo, brasiliano garantito, riciclato, usato sicuro. Contratto lungo ma la pancia non è mai piena: rigenerato dall’ultimo Ranieri, confermato dal primo Montella. E pazienza se ci ha rimesso il connazionale Simplicio, tanto lui è dell’altra banda. Nella colonia brasiliana, un argentino alza la voce. Sempre lo stesso, quello che guarda tutti negli occhi. «Donetsk sarà la nostra svolta— promette Nicolas Burdisso —. Sono fiducioso, il cambio di allenatore ci ha fatto bene, siamo ripartiti. Passare il turno potrebbe darci una spinta pazzesca per fare bene negli ultimi mesi. Siamo la Roma, non possiamo dimenticarlo» . Lo dica ai colleghi brasiliani.