I motivi per ben sperare

I motivi per ben sperare

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Va bene, va bene così. Una Roma ancora in rodaggio ha affrontato con coraggio e personalità l’Inter di Gasperini, una formazione che ad oggi appare tutt’altro che insuperabile ma comunque temibile, non andando oltre il pareggio ma questa volta senza subire gol. Vi pare poco? Considerando che è la prima gara ufficiale della nuova Roma che termina con la porta giallorossa inviolata, probabilmente no. Certo, ci è voluta tanta fortuna e le grandi prestazioni di Kjaer e soprattutto di un De Rossi mostruoso, che davvero sembra tornato ai suoi veri livelli. Intanto però un passo in avanti è stato fatto, ma guai a non considerarlo una tappa intermedia: spesso quando l’Inter attaccava la difesa è sembrata in affanno, ma se l’è comunque cavata egregiamente.
Se fosse andata male, tutti avrebbero criticato aspramente Luis Enrique per aver schierato due terzini non di ruolo, come Taddei e Perrotta; invece, alla luce di un risultato effettivamente positivo, ora si parla solo del coraggio dell’entrenador. La sua Roma e il suo italiano vanno di pari passo: si vedono finalmente grandi miglioramenti, e c’è ancora tanto potenziale da sviluppare. Non dimentichiamo poi il lato umano: guai a parlare di migliori in campo, il tecnico asturiano ha parole di elogio ed incoraggiamento per tutti, questo perché vuole che tutti si sentano parte importante del progetto e anche allo scopo di mantenere la concorrenza vitale per questa squadra. I giocatori, poi, si stanno adattando sempre meglio agli schemi di Luis Enrique e diversi dei nuovi arrivi hanno sfoderato grandi prestazioni (non ce ne voglia il mister, ma su tutti vanno ricordati Borini e Kjaer). Osvaldo ancora non convince del tutto ma ovviamente ci auguriamo che ci voglia solo del tempo perché possa incidere.
E poi, diciamolo chiaramente: quanti allenatori, in Italia, si sarebbero presentati a San Siro in maniera così spregiudicata, con il centrocampo più tecnico possibile, nonostante le avverse condizioni del terreno di gioco? Probabilmente nessuno tranne Luis Enrique. E la squadra ha saputo imporre il proprio gioco, anche se Francesco Totti ha faticato molto ad entrare in partita. Nel suo nuovo ruolo il Capitano ha un raggio d’azione decisamente vasto, e deve fare da raccordo tra il centrocampo e l’attacco, pronto a supportare gli altri due attaccanti ma anche pressando e coprendo tantissimo. Non è un compito facile ma un giocatore come lui può fare tutto. Basta solo il tempo di migliorare i meccanismi di gioco, poi probabilmente si vedranno i risultati. E non vediamo l’ora.
Questa sera i motivi per ben sperare si sono visti: ora è assolutamente vietato considerare la squadra già pronta e soprattutto accontentarsi. I presupposti per fare tre punti contro il Siena giovedì prossimo ci sono tutti, ma c’è da migliorare molto, soprattutto in attacco. Anche perché il predominio della Roma resta nel possesso di palla, non certo nelle occasioni da gol importanti. Al lavoro, ragazzi: trabajo y sudor, work in progress.

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