Il Pek ha salutato. È la fine di un’epoca

Il Pek ha salutato. È la fine di un’epoca

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C’era un volta la Roma di Spalletti e quel 4-2-3-1 che incantava l’Italia ed il mondo. Un modulo nato quasi per caso, in una fredda serata di dicembre a Genova, e che avrebbe fatto lustrare gli occhi per anni ai tifosi giallorossi. Luciano Spalletti era il condottiero di quella banda che vinse due Coppe Italia ed una Supercoppa italiana ma che, di fatto, lasciò per strada uno scudetto strameritato.

Già la Roma di Spalletti. Quella che, con Doni in porta, aveva Cassetti e Tonetto sulle fasce, con Mexes e Juan centrali. De Rossi e Pizarro a manovrare il centrocampo ed il trio di trequartisti, Mancini (o Vucinic), Perrotta e Taddei a supportare il Capitano, Francesco Totti. A leggerla oggi sembra passata una vita invece, solo quattro anni fa, questa squadra al Massimino di Catania per sessantadue lunghi minuti è stata Campione d’Italia.

Ieri, con l’addio del Pek che di Spalletti era l’emanazione in campo, si è chiusa definitivamente quell’era, quel periodo che ci ha fatto sognare ed innamorare di una squadra come non ci accadeva, forse, dai tempi dello scudetto capelliano. A vederli oggi, quei protagonisti, sembrano figurine sbiadite di un vecchio album: Doni che fa panchina a Liverpool, Cassetti e Tonetto ritirati, Mexes malinconico a Milanello mentre Juan ha deciso di chiudere la carriera in Brasile, all’International. Il Pek riparte da Firenze, dove c’è molta Roma con Montella in panchina, Pradè dietro la scrivania ed Aquilani con la numero 10 e Vucinic si prepara a difendere lo scudetto con la Juventus. Luciano Spalletti, intanto, continua a vincere in Russia con il suo Zenit. A Trigoria son rimasti Taddei, riadattato a terzino ma ormai sul viale del tramonto, e Perrotta, in attesa di sistemazione.

In realtà ci sono altri due giocatori di quella formazione che ancora, si dice, si facciano vedere dalle parti del Fulvio Bernardini. Uno ha la maglia numero 10 e l’altro la numero 16. Gira voce che in passato, ma anche oggi, Real Madrid, Milan, Manchester City e United abbiano presentato offerte più o meno indecenti per questi due calciatori. Un bel tentativo se non fosse però che, almeno dalle parti di Trigoria, la Storia e le Bandiere non si vendono. Per nessun prezzo. Ed è per questo che travalicano il tempo e lo spazio…

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