“Ho scelto Roma, nonostante sapessi che i tifosi fossero incazzati per la stagione appena conclusa“. Con queste parole si è presentato ai suoi tifosi Mehdi Benatia, il primo nuovo acquisto, in ordine di tempo, della Roma 2013-2014.
Volto tirato, occhi concentrati e pochi sorrisi da parte del franco marocchino, anticipato dal ben più sorridente Italo Zanzi che ha presenziato la conferenza dichiarandosi orgoglioso e onorato, in rappresentanza della società, di aver messo a segno un colpo che è costato alla Roma circa 13,5 milioni di euro, sommando ai 10 netti anche il valore delle due comproprietà di Verre e Nico Lopez.
“Per la mia carriera la Roma è un grande salto di qualità, quando ho avuto il primo approccio con il Direttore (Sabatini ndr.) ho detto subito di si, rinunciando a giocare in altre squadre che mi offrivano la Champion’s e più soldi”. Insomma una questione di onore per Benatia, che ha scelto la maglia numero 17, in passato vestita tra gli altri da Damiano Tommasi, e che presumibilmente alla luce della probabile cessione di Marquinhos, giocherà da titolare al centro della difesa giallorossa al fianco di Leandro Castan.
Classe 87′, l’ex difensore dell’Udinese dove ha totalizzato 97 presenze e 7 goal, si è messo subito a disposizione del tecnico Garcia “che mi descrivono come un allenatore preparato, non vuole che si scherzi in allenamento ed è attento ad ogni minimo particolare, ha fatto bene in carriera vincendo in Francia campionato e coppa”.
Terra transalpina dalla quale sono arrivati negli anni campioni del calibro di Candela, Mexes e Dacourt e dove la Roma anche per questo “è una squadra molto popolare e considerata tra i primi club Italiani, che seguivo da quando ero ragazzo”.
Il triennio di apprendistato tra i banchi di scuola friulani del maestro Guidolin sono risultati essenziali per la crescita di Benatia, non solo dal punto di vista umano e della personalità, ma anche sul piano tattico, tant’è che il neo centrale giallorosso ha sgomberato il campo da qualsiasi dubbio sul suo ruolo : “In Francia ho iniziato la mia carriera giocando nella difesa 4 e solo quando sono arrivato ad Udine ho dovuto imparare in fretta la difesa a 3, ma il mio schieramento ideale è quello a 4”.
Nonostante un leggero ritardo di condizione fisica manifestato nelle prime sgambate stagionali, Benatia si sente già protagonista di questa Roma, ed è conscio di essersi trasferito da una realtà locale, seppur straordinariamente organizzata come Udine, dove i giocatori vivono però senza pressioni il loro inserimento nel grande calcio, ad una realtà totalmente opposta in cui si inizia il ritiro con ancora la coda della contestazione per la Coppa Italia persa.
Ultima battuta dedicata agli avversari più difficili marcati in questi anni di Serie A :” Ibra sicuramente il più forte e per fortuna non gioca più in Italia, Cavani a volte imprendibile e poi ancora Osvaldo che è un attaccante completo. Ovviamente anche Totti, che con una giocata può cambiarti la partita in un attimo”. Beh da adesso in poi Benatia non dovrà più preoccuparsi di evitare che il numero 10 giallorosso improvvisamente accenda la luce in campo, cambiando le sorti della gara, ma bensì sperare che il Capitano, magari servito in profondità proprio da un suo lancio, possa assistere i compagni o buttarla dentro.