La nuova stagione è ufficialmente iniziata anche per la Roma, con un pareggio per 2-2, ottenuto davanti al proprio pubblico, contro il Catania. La sfida tra i giallorossi e gli etnei termina per la quarta volta consecutiva in parità, nelle ultime tre occasioni sono state messe a segno due reti per parte.
La partita, considerando che si tratta ancora di calcio d’agosto, è giocata da subito a buoni ritmi da tutti gli elementi in campo, e le squadre si dividono, sostanzialmente, un tempo a testa di predominio territoriale. Chi appare in ritardo di condizione, purtroppo, anche in questi 90 minuti, sono i giudici di gara, che sbagliano molto, come in occasione dei fuorigioco non visti. I ritmi del calcio si velocizzano e aumentano anche gli arbitri in campo, 6 da questa stagione, ma i risultati tardano ad arrivare, mentre le polemiche non mancano, anzi si creano più argomenti di discussione, come è accaduto nella finale di Supercoppa o nell’anticipo di ieri sera.
L’undici schierato da Zeman non presenta sorprese, ma parte col freno a mano tirato, mentre il Catania sembra aver ricevuto le critiche riservate dal proprio tecnico in conferenza stampa, e parte con grande aggressività, alzando molto la linea difensiva e pressando senza sosta i centrocampisti romanisti. La Roma è ‘imballata’, fatica a trovare rapidità, così al minuto 29 è Giovanni Marchese a sbloccare la situazione, che sugli sviluppi di un calcio di punizione batte Stek. Il catanese si trova in netta posizione di fuorigioco, non secondo il guardalinee. Gli ultimi 15 minuti della prima frazione di gara continuano con una Roma lenta e impacciata, che soffre la pressione degli uomini di Maran: il Catania arriva addirittura a sfiorare il raddoppio, ma Stekelenburg respinge palla e dubbi riguardo il suo futuro. Il secondo tempo, però, ci regala un’altra Roma, e lo si può immaginare già al rientro in campo: per i giallorossi l’intervallo dura solo 12 minuti, segno che c’è la voglia di tornare sul rettangolo verde per ribaltare il risultato. I giocatori sembrano da subito più veloci, la linea difensiva sale, gli esterni si allargano e i centrocampisti trovano diverse soluzioni: così, su invenzione di De Rossi, Osvaldo si riprende il goal che ingiustamente gli annullarono lo scorso anno, sempre sotto la Sud. 1-1, Catania in bambola, giallorossi che pressano, ma un errore di Piris, che si somma ad un infortunio di Castan e alla svista del guardalinee, regalano il nuovo vantaggio agli etnei, firmato ‘Papu’ Gomez. La partita potrebbe finire qua, ma non è così: qualcosa è cambiato rispetto alla scorsa stagione a livello mentale e fisico, si corre per novanta minuti cercando il goal. Se si cerca qualcosa con insistenza alla fine la si raggiunge; ci pensa uno dei tanti esordienti, un predestinato, a regalare il primo punto alla Roma targata Zeman, con un goal d’autore, uno di quelli che segnano solo i grandi calciatori: Nico Lopez, uruguagio classe ’93. Si dovrà lavorare ancora molto dal punto di vista atletico e psicologico, per poter giocare una gara ad alti ritmi, come quelli tenuti nel secondo tempo, ma, intanto, si porta a casa un punto che permetterà di preparare con calma la partita con l’Inter, cercando di capire quali sono gli aspetti su cui puntare e quali quelli da migliorare.
ASPETTI POSITIVI. Immenso Francesco Totti, ha 36 anni ma gioca con la rabbia di un ragazzo che deve ancora farsi. Sbaglia 2 soli passaggi (di cui uno di tacco), macina chilometri insieme a Balzaretti, con cui mostra subito un’ottima intesa, sulla fascia sinistra, la più viva della Roma già dal primo tempo. Da applausi quando interviene per due volte in scivolata, nella seconda frazione, in fase difensiva, per aiutare il suo compagno; esce sconfitto solo da un duro colpo avversario sulla caviglia. Balzaretti è l’altra certezza di Zeman: i centrocampisti lo cercano sempre, Totti aspetta i suoi puntuali inserimenti, gli avversari lo contengono a fatica. 50 passaggi riusciti, un’enormità per un terzino, il primo lo sbaglia quando perde lucidità, al 91′. Ma il terzino mancino della Nazionale ha le spalle sempre coperte da un imponente Castan: il centrale brasiliano non sbaglia quasi nulla, è il giocatore che recupera più palloni (27) ed è sempre puntuale nel far ripartire l’azione. Unica pecca l’infortunio sul secondo goal, viziato però da una posizione di fuorigioco. Doveroso nominare Nico Lopez: il ragazzo ha i numeri del predestinato, all’esordio in A segna subito una rete decisiva, di ottima fattura. Ma non è solo questo Nico, infatti recupera due palloni, mostrando la cattiveria giusta che era mancata ad altri compagni, cercando di allontanare i dubbi riguardanti il suo esile fisico. Merita delle considerazioni positive anche Stekelenburg: è difficile per un portiere, che vive di fragili equilibri psicologici, affrontare al meglio una gara; lui risponde subito presente, mostrando le solite doti di reattività che lo rendono un affidabile estremo difensore
ASPETTI NEGATIVI. Il primo tempo di Lamela è inspiegabile: l’argentino non indovina un movimento, è lento, sempre recuperato dai difensori avversari, perde quasi tutti i palloni che tocca. Inoltre non trova mai l’intesa con Osvaldo; torna in campo insieme ai compagni dopo l’intervallo con uno sguardo ed una cattiveria diversa. Torna a mostrare la progressione che lo contraddistingue nei 20′ che il Boemo gli concede. Intuile l’ingresso in campo di Marquinho, che appare lento ed appesantito: il ragazzo brasiliano sbaglia ogni passaggio, anche quelli più semplici, crolla ad ogni contrasto con gli avversari; si accorge anche lui di avere queste difficoltà e si innervosisce. Fisicamente è sicuramente il più in ritardo dei calciatori scesi oggi in campo. Inquietante la prova del neo-acquisto Piris, che dovrà lavorare soprattutto tatticamente. Tecnicamente non mostra un gran piede, in fase offensiva il suo appoggio manca: deve trovare ancora l’intesa con i compagni e i giusti tempo di inserimento. In fase difensiva mostra tutte le sue difficoltà in occasione del secondo goal subito, quando stringe troppo la posizione e tarda a chiudere la diagonale, perchè in affanno dopo una proiezione offensiva.
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