Il primo giorno di scuola con il professore che fino a poco tempo fa era un compagno di banco è andato. Un’ora e mezza di lezione del nuovo docente che per molti studenti è ancora uno di loro: chissà com’è stato strano, per Totti, De Rossi e via via quasi tutti gli altri, vedersi assegnare un fratino o sentirsi dire che esercizio fare da «Vincè», ora che è passato dall’altra parte della barricata. Un primo giorno, quello di Vincenzo Montella con indosso la tuta da allenatore della prima squadra e al fianco del vice Daniele Russo, all’insegna del tutto incluso: allenamento, visite dirigenziali, Rosella Sensi sulla terrazza di Trigoria ad osservare, conferenza stampa di presentazione, pranzo con la squadra, riunione tecnica, treno per Bologna e, dulcis in fundo, i pensieri sulla compilazione della prima formazione da firmare e deliberare. L’alba della Roma montelliana, se proprio si vogliono cercare somiglianze, sembra un piccolo revival di quella spallettiana.
Per il ritorno alle gerarchie del periodo pre-ranieriano per Paolo Bertelli, preparatore atletico (con cui già da ieri ha iniziato a collaborare anche il preparatore dei Giovanissimi Nazionali Emanuele Marra), e Luca Franceschi, addetto al recupero infortunati, e il rientro a Trigoria del tattico Aurelio Andreazzoli, accolto con abbracci e mille feste dal gruppo e dallo stesso Montella, ma le novità non sono mancate. Anzi più che novità, ritorni a qualcosa che si vedeva spesso con Spalletti: più parte atletica, maggiore alternanza tra il lavoro fisico e quello con il pallone, partitella iniziata a campo ridotto con le sponde e chiusa a tutto campo. I programmi per il futuro, visto che sarà praticamente impossibile trovare del tempo per effetturare un richiamo, prevedono carichi di lavoro più abbondanti, intensificazione della parte atletica e meno pallone. Il secondo giorno, invece, sarà quello del primo compito in classe, che riprenderà (fortunatamente senza neve, secondo il meteo) al 17′ da un calcio d’angolo per il Bologna.
Malesani senza gli squalificati del 30 gennaio Portanova, Moras, Perez e Gimenez, scolaresca romanista quasi al completo (ci sono Pizarro e Vucinic e i non squalificati al 30 gennaio Greco e Rosi), due assenti giustificati (Perrotta e Castellini) e uno no (Adriano). C’è aria di restaurazione tra i pali: Doni tornerà a fare il primo, Julio Sergio retrocederà nei panni del secondo e Lobont, come un anno fa, del terzo. La domanda che sorge spontanea è se la restaurazione tattica sarà immediata o graduale. 4-2-3-1, in caso di rivoluzione montelliana al primo atto, o 4-4-2, nell’ipotesi di una via di mezzo. Meglio uno tra Borriello (favorito) e Totti, con Vucinic a sinistra, o tutti e due insieme. E solo stamattina deciderà se impiegare dall’inizio Pizarro. Montella preferisce il fascino del mistero e scoprirà le carte solo all’ultimo secondo. Come un navigato giocatore di poker, altro che esordiente.