CORRIERE DELLA SERA – L. VALDISERRI – Una partita fantastica, di quelle che possono riportare la gente allo stadio, anche se gli stadi sono quelli italiani. Roma-Juventus è stata un grande spot per il calcio e per i due allenatori, Luis Enrique e Antonio Conte, che si sono sfidati sulla corsa, sulle occasioni da gol, sul provare a fare calcio sempre per eccesso e mai per difetto. È finita in pareggio, ma poteva finire in qualunque modo. È stata una gara esaltante per tanti giocatori, con De Rossi e Buffon un gradino sopra tutti.
SERATA TRISTE PER TOTTI E DEL PIERO – Ma è stata anche una serata triste per due grandissimi campioni del calcio italiano che non l’avrebbero meritata. Totti ha sbagliato un rigore e fallito nel finale un gol per lui facile, Del Piero ha guardato dalla panchina tutta la gara. È stata però l’unica nota stonata in una serata ruggente. Si parte e la Juve ha un solo assente: Vucinic, il grande ex. Al suo posto c’è Estigarribia. Krasic non è nemmeno in panchina, dove siede Elia, pagato 10 milioni in estate. La Roma è senza Juan, Gago e Bojan squalificati, Cassetti, Kjaer, Burdisso, Borini e Pizarro infortunati. Rosi non è al 100% e va in panchina, i laterali sono Taddei e José Angel, De Rossi fa il centrale difensivo. C’è l’esordio in serie A di Federico Viviani, classe ’92, il capitano della Primavera. In attacco torna Francesco Totti, mentre il suo «gemello» Del Piero non è tra gli undici. Accanto al capitano giallorosso ci sarebbero Osvaldo e Lamela, i duellanti di Udine. Il condizionale è presto spiegato. La sorpresa, doppia, è infatti nello schieramento tattico delle due squadre. Sia Conte che Luis Enrique scelgono il 4-2-3-1, assolute novità. La coppia centrale bianconera è Pirlo-Marchisio, quella giallorossa Viviani-Greco.
APRE DE ROSSI – Il vero uomo tattico della Roma è però Pjanic, che fa il trequartista dietro a Totti unica punta. Il compito principale è limitare Pirlo che, infatti, il bosniaco marca praticamente a uomo. Numeri e tattiche sono importanti, ma nel calcio lo sono anche gli episodi. Quello più importante del primo tempo accade al 6′. Corner che Totti tocca corto per Pjanic, Pepe non chiude quando il bosniaco serve ancora il capitano giallorosso che crossa: De Rossi colpisce al volo e Vidal commette un errore sesquipedale ciccando in pieno il pallone che si infila nell’angolino. È il pizzico di buona sorte che Luis Enrique non aveva mai avuto fin qui in stagione. La Juve si butta immediatamente in avanti, pressa altissima e schiaccia la Roma nella sua metà campo. Costruisce occasioni con Estigarribia (parata difficile di Stekelenburg) e Vidal (fuori di poco). C’è una punizione di Pirlo che passa la barriera ma è troppo debole per sorprendere Stekelenburg e un possibile assist sprecato da Pepe verso Matri. Nella Roma c’è un gigantesco De Rossi, cui Heinze dà un’ energica mano. Non c’è possesso palla, c’è solo un grande impegno. La filosofia, per una sera, ha lasciato il posto alla lotta in trincea. Ci si domanda se la Roma possa reggere nel secondo tempo certi ritmi e la risposta è: sì.
LA GARA DIVENTA BELLISSIMA – Anzi, li alza e la gara diventa bellissima. Osvaldo non riesce a chiudere una grande azione Pjanic-Totti e dà il segnale che la Roma non sta solo a subire. Al 16′, però, arriva il pareggio e, come il gol di De Rossi, nasce dalla casualità. Un tiro scentrato da Estigarribia diventa un assist involontario per Chiellini, che di testa batte Stekelenburg. Si pensa che la Juve possa ora fare un boccone della Roma e invece, in sessanta secondi, Lamela conquista un rigore per fallo del disastroso Vidal. Totti, però, si fa parare il tiro da Buffon. Da lì fino al termine è un fioccare di occasioni, con due squadre che si affrontano a viso aperto. Le più clamorose capitano a Quagliarella e Totti. Finisce 1-1, giusto così. Però Luis Enrique ha riconquistato i tifosi e Conte confermato che quest’anno, per lo scudetto, la Juve c’è. Eccome.
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