La Virtus Roma risorge grazie al suo Barone

La Virtus Roma risorge grazie al suo Barone

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BaronSegnare da 3 non è mai stato un problema per Jimmy Baron (chiedere nel Rhode Island, in Turchia, in Spagna e in Russia), ma essere un grande tiratore e un super realizzatore non equivale matematicamente ad essere un leader. Jimmy ieri sera ha vestito entrambi i panni. Ha preso la Virtus dal -5 e da solo l’ha portata sul +4 realizzando 11 punti in fila, 13 dei suoi 18 totali nell’ultimo periodo.
L’Acea anche ieri, nonostante il match di cartello contro un’avversaria superiore come l’Armani Milano, è partita male, malissimo. Solo 9 i punti segnati nel primo quarto dalla squadra di Dalmonte con percentuali bassissime dal campo. Roma soffre tantissimo l’assenza del miglior Taylor, l’americano non è al meglio, è l’ombra del play che l’anno scorso stupiva il PalaTiziano. Fortuna vuole che ci sia il capitano Phil Goss a far girare la squadra visto anche lo scarso minutaggio concesso a D’Ercole e Moraschini.
La Virtus trova così la sua quadratura, con Goss a fare il play e Baron a fare ciò che sa fare meglio e che dovrebbe fare anche Hosley (ieri 0/6 dalla lunga distanza). Il barone, se tolte le prime due uscite a vuoto con Montegranaro e Brindisi, viaggia con un irreale 50% al tiro da 3. Percentuale sporcata la settimana scorsa a causa dello 0/4 a Cremona.
Le tre triple messe a segno ieri negli ultimi minuti di gioco hanno, però, un peso specifico maggiore, un’importanza capitale sia per l’andamento del match che per il prosieguo della stagione. Baron, e con lui il solito Goss, hanno avuto la leadership di tirare fuori Roma dalle sabbie mobili, da quel sentiero impervio caratterizzato da sconfitte e prestazioni opache. Ora sta al gruppo seguire i suoi leaders.

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