Continua la nostra rubrica: L’ANGOLO DEL TIFOSO. Quest’oggi vi chiediamo di dire la vostra sulla partita di ieri Pescara-Roma. La domanda che vi poniamo è questa: Vanno bene i 3 punti pur non vedendo un grande calcio, oppure la prestazione viene prima?
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Emiliano Abbafati: Non si vede il calcio spumeggiante che faceva Zeman, però mi sembra che in difesa si rischi meno, si faccia girare molto la palla (tipo Luis Enrique) senza affondi pericolosi evitando così contropiedi micidiali e che nella parte finale lo schema era un 4-4-2!
Piero Principi: Tre punti vanno bene ma il gioco del boemo non si è visto se non in poche occasioni. Diciamo che ieri è stata una partita anomala perchè dopo il primo gol i giocatori hanno pensato che era tutto sin troppo facile e si sono “seduti” senza metterci quel qualcosa di più. Commento tecnico, partita bruttina, capitano immenso, Goicoechea??????, Destro gioca da solo come era abituato a Siena, Pjanic con il capitano in campo non può giocare, alla fine abbiamo ficito con un 3-5-1 mi sembra.
Federico Danella: Riguardo alla partita ti dico che non è stata una partita esaltante secondo me, ma ho visto dei segnali importanti da Marquinhos, sempre più leader difensivo, da Bradley, con il quale secondo me la difesa è più protetta e da Destro che ha segnato, si è dato un gran da fare ed è stato il più pericoloso anche se palesemente fuori ruolo.
Andrea Li Causi ci ha scritto una mail (redazione@romagiallorossa.it) con il suo punto di vista:
“Vanno bene I 3 punti? O la prestazione viene prima?
Come sempre, la verità sta nel mezzo.
I tre punti di Pescara sono fondamentali, servono a migliorare la classifica, il morale, e l’autostima. In questo senso, poco importa che siano maturati al termine di una partita poco convincente sul piano del gioco: meglio vincere 1-0 soffrendo qualcosa che pareggiare 4-4 o perdere 4-3 avendo dato spettacolo. Gli almanacchi riporteranno i risultati, non la qualità delle prestazioni. Detto questo e guadagnati ‘sti benedettissimi tre punti, è chiaro che una prestazione del genere sarebbe valsa una sonora sconfitta con quasi la metà delle squadre del Campionato di Serie A. Sterili davanti, cauti a centrocampo, più o meno solidi in difesa (salvo tremare a tempo quasi scaduto per le solite palle regalate ai limiti dell’area).
Ma non v’è motivo di fasciarsi la testa: anzi. I cambi di Zeman ci dicono che sta cominciando a ragionare sull’andamento della partita, anziché ostinarsi nella sua ortodossia offensivista. Questo può significare che vedremo d’ora in avanti una squadra in grado di cambiare pelle in corso di gara, di fabbricare azioni da gol ma anche di contenere quando c’è da soffrire. Così si vincono i campionati: un punticino dopo l’altro. Dopodiché noi potremo anche lamentarci del gioco, ma meglio lamentarsi col tricolore sul petto, no?“