GASPORT (M. CALABRESI) – Messa così, non ci sarebbe il minimo dubbio: «Quando tocco il pallone, la caviglia mi fa ancora male, ma nel giro di due giorni mi aggrego al gruppo ». L’intervista a Roma Channel di Marco Borriello, però, è stata registrata venerdì, e quei due giorni sono già trascorsi. Tanto che ieri mattina, Borriello era in gruppo per la rifinitura prima di RomaCagliari, e come lui Maicon, non al 100% ma «costretto» a giocare anche per l’assenza di Torosidis. Garcia, davanti, ha provato Florenzi, Ljajic e Gervinho, che stasera torna a giocare un minuto con la maglia della Roma dopo 38 giorni, ma qui entra in gioco il fattore Olimpico per due motivi, uno a favore di Borriello e uno contro. Il campo sarà pesante, e quindi più adatto a un giocatore più forte fisicamente come lui piuttosto che a Ljajic; ma sarà anche rovinato, cosa che sconsiglia un utilizzo di un giocatore reduce da una distorsione alla caviglia e con un solo allenamento con il gruppo alle spalle, e che a meno di mosse a sorpresa rinvierà di una settimana il rientro in campo di Mattia Destro. Ma Borriello è comunque pronto: in fondo l’ultima vittoria all’Olimpico alla Roma l’ha regalata lui.
Emozione Era il 31 ottobre, Borriello non segnava con la Roma da oltre due anni. «Il destino ha voluto che fossi proprio io a fare quel gol che ci ha permesso di entrare nella storia — racconta —. Stiamo vivendo grandi momenti, ma speriamo di viverne altri». Magari proprio stasera contro il Cagliari, che negli ultimi due anni ha sempre vinto nell’Olimpico giallorosso e che segnò l’esordio (da dimenticare) di Borriello con la maglia della Roma. Era l’11 settembre 2010, i sardi vinsero 51 e, tanto per cambiare, segnò Daniele Conti. «Ma quest’anno cambieranno le cose…». Sono cambiate, eccome, anche da quel 2 settembre, quando la Roma che aveva provato in tutti i modi a cedere Borriello, se lo era ritrovato ancora dentro Trigoria, con un ingaggio d’altri tempi (2,7 milioni netti più bonus «regalati»). Senza sapere che Garcia, e la grande voglia di Borriello, avrebbero potuto trasformare un peso in una risorsa: «Non mi sono mai sentito un pacco. Poi è arrivato Garcia e ha saputo apprezzare le mie qualità: un personaggio positivo. Negli ultimi due anni, i giocatori forti c’erano: mancava chi li metteva insieme…». A Luis Enrique, Zeman e Andreazzoli saranno fischiate le orecchie. Vuole chiudere la carriera a Roma, Borriello, che firmerà il nuovo contratto con ingaggio spalmato fino al 2017, ma sa benissimo che da stasera in poi gli spazi diminuiranno: con Totti («se gioca come prima dell’infortunio, è una pazzia non portarlo al Mondiale») e Destro, di fatto sarà il terzo centravanti, ma l’importante è che «la Roma sta facendo qualcosa di straordinario. L’obiettivo resta l’Europa, ma se a fine marzo saremo ancora lassù, spingeremo più forte».
Numeri Intanto, ci sono da migliorare numeri che dal 18 ottobre sono diventati «normali »: un gol a partita, uno solo di un attaccante, quello di Borriello al Chievo. E se proprio il tridente dovesse allungare la sua astinenza (l’ultimo gol è quello di Florenzi all’Inter del 5 ottobre), Garcia avrebbe pochi dubbi: «Marco, pensaci tu».