L’ufficializzazione dello sciopero dei calciatori per la prima giornata di campionato ha suscitato reazioni estreme nel mondo calcistico e non solo. Il Codacons, organismo di tutela dei calciatori, dichiara: “La giornata di sciopero? Va decurtata dallo stipendio dei calciatori, di certo non viene tolto loro molto, si tratta di un trentottesimo dei loro ingaggi. Siamo pronti anche ad azioni di tutela verso gli abbonati, che devono essere rimborsati”.
Massimo Cellino, presidente del Cagliari, attacca invece il presidente della Lega di serie A Beretta, e non solo lui: “Si tratta di un presidente incapace, ha affrontato la questione con troppa superficialità e forse anche in malafede. I calciatori mi sono sembrati disponibili, ma al Consiglio Federale gli unici presidenti eravamo io, De Laurentiis e Campedelli. Non potevamo mica parlare con avvocati o direttori sportivi…”. Beretta, dopo la notizia, aveva commentato così: “L’Associazione Italiana Calciatori ha fatto un’ultima proposta inaccettabile, con il solo scopo di indire lo sciopero. Si stanno comportando come un sindacato ideologico”.
Per Renzo Ulivieri, presidente dell’Assoallenatori, lo sciopero “è stato voluto dalle società”, mentre Moratti si è limitato a dire: “Peccato, questo sciopero è un errore”.
Diego Della Valle, invece, è molto più duro: “Non possiamo continuare a decidere in base alle forze che compongono il calcio italiano al suo interno. Serve un’autorità esterna, una specie di Consob del calcio, che fissi regole per tutti e che possa vigilare sulla loro legale applicazione. Il calcio italiano può crescere e attirare investitori stranieri, come avviene all’estero, solo in questo modo: oggi in Italia ci sono presidenti incompetenti, altri irragionevoli e altri che usano il calcio come mezzo di sostentamento quotidiano”.
Da parte del mondo politico, poi, c’è La Russa che cavalca l’onda emotiva per sfoggiare un grande esempio di populismo, tipicamente da Seconda Repubblica: “Ci scandalizziamo per lo sciopero dei calciatori, ma vorrei la stessa indignazione anche per lo sciopero promosso dalla CGIL per il 6 settembre”. Peccato che si tratti di due mondi diversi, con motivazioni totalmente diverse…