IL ROMANISTA (V. META) – L’invidia non è un sentimento che gli appartenga, neanche quando si parla della proverbiale erba del vicino. Non è tipo da chiudere gli occhi sui dettagli,Rudi Garcia, figuriamoci quando di mezzo c’è la possibilità di far allenare la sua squadra su un terreno il più possibile simile a quello dell’Olimpico. L’erba dello stadio ha una lunghezza diversa rispetto a quella dei campi del Bernardini? Semplice: si chiamano i tecnici e si chiede loro di tagliarla alla lunghezza giusta, così da portare dentro Trigoria un po’ del prato dell’Olimpico. È l’ultima delle richieste avanzate dal tecnico, che in questi giorni ha fatto lavorare i giardinieri del Bernardini per mettere a punto un altro di quei dettagli che, per il modo a tutto tondo che ha di interpretare il ruolo di allenatore, messi tutti insieme possono fare la differenza. Non è il primo e probabilmente non sarà l’ultimo.
Sarà inaugurata oggi con la conferenza del direttore sportivo Walter Sabatini la sala stampa di Trigoria rinnovata dopo gli interventi richiesti dal tecnico, evidentemente non troppo convinto della disposizione dei giornalisti il giorno della sua presentazione a Roma (sala stampa gremita, decine di persone in piedi). Il tecnico, che da un mese a questa parte ha spostato gli incontri con i giornalisti all’Olimpico, vi terrà la sua prima conferenza domani, per presentare la trasferta di Parma. Una richiesta che all’inizio ha lasciato sgomento più di qualcuno, visto che in Italia è quantomeno insolito che un allenatore avanzi richieste estranee al campo di allenamento (anche per questo faceva sensazione Mourinho). Ma quella di Garcia è tutt’altro che una posa, come hanno capito perfettamente i suoi giocatori, al punto che quando l’altra sera al Ponte della Musica hanno chiesto ad Alessandro Florenzi un aggettivo per descrivere il tecnico, il centrocampista non ci ha pensato un attimo: «Pratico». Parole poche ma chiare («si fa capire alla perfezione in italiano, nonostante sia qui da poco», gli ha reso merito Morgan De Sanctis), indicazioni precise, che si parli di tattica o di stile di vita.
In ritiro fece molto parlare la decisione di Garcia di proibire le bevande gassate, acqua minerale inclusa. Niente in confronto al leggendario regime dietetico di patate lesse imposto l’anno scorso da Zdenek Zeman («mai avuto tanta fame» avrebbe raccontato qualche giocatore), ma quanto basta per gettare un alone di bizzarria sulla gestione Garcia. Non fosse che i risultati gli hanno dato ragione, in primo luogo dal punto di vista della stima dei giocatori. «Non voglio ancora dire niente perché altre volte mi sono sbilanciato e non è andata bene, però mi sembra che il nostro sia un allenatore bravo…» le parole di Daniele De Rossi dopo la partita con il Livorno. Attenzione più che mania di perfezione. Anche quando si parla di campo: dopo l’amichevole con il Chelsea del 10 agosto, quando di negativo per la Roma c’era soltanto il risultato, il tecnico non si concesse nemmeno un sorriso: «Difficile giocare con la testa quando si è stanchi». La testa, la lucidità, la capacità di ragionare è la prima caratteristica che chiede ai suoi giocatori. Ancora De Sanctis: «È uno che parla chiaro e si fa capire al volo». D’altra parte, almeno per il momento il suo metodo sta portanto frutti, sia in termini di risultati sia sotto il profilo del gioco, visto che dopo il successo contro il Verona a Garcia sono arrivati complimenti più o meno da ogni parte. Tutto il resto, l’acqua minerale, la sala stampa, l’erba di Trigoria, sono dettagli, ma dettagli significanti.