LIVE, conferenza stampa Baldini: “Sono stato scelto per rendere più competitiva la...

LIVE, conferenza stampa Baldini: “Sono stato scelto per rendere più competitiva la squadra. La proprietà è solida, non va via nessuno. Tutto quello che è stato detto è completamente falso. Un ambiente più sereno senza polemiche e senza molte falsità è molto più semplice per la squadra”

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Nel giorno del suo 52esimo compleanno Franco Baldini, direttore generale della Roma, terrà una conferenza stampa a Trigoria, per analizzare il delicato momento della squadra e le numerose voci riguardanti il suo futuro. E’ un Franco Baldini col dente avvelenato, che ha cercato di essere il più chiaro possibile, difendendo i suoi collaboratori e garantendo ancora una volta il suo appoggio alla Società.

Romagiallorossa.it segue la conferenza in diretta.

Il dg apre la conferenza stampa con una premessa:

“Buongiorno a tutti. Sembra che sia un rituale venire qui ogni due tre mesi per chiarire le situazioni: quello di cui si parla è libera interpretazione vostra. Io sono stato scelto per fare un lavoro, per rendere competitiva la squadra, in maniera stabile nel tempo, ispirandosi a coerenza e trasparenza, senza incorrere in rischi di fallimento o problemi finanziari. Tutto questo viene contiunamente destabilizzato da voci di partenze mie o di altri componenti. E’ mortificante, perchè ho detto di restare a Roma fino ad aver completato il discorso o finché mi venisse detto di andar via. Altro potrebbe succedere in caso di sfinimento fisico, ma questo è ancora lontano, nonostante l’ottimo lavoro che fate. La proprietà non ha intenzione di recedere dal discorso iniziato, si vuole portare a termine un progetto. Abbiamo tutti un debito di riconoscenza verso chi ci ha scelto, io e i miei compagni di avvenutura, tutti i collaboratori. Non ci sono screzi, c’è stima oltre che un’amicizia forte, anche perché passiamo quasi 15 ore al giorno. Baldissoni, Sabatini, Fenucci e me non abbiamo problemi, se non quello di confrontarci ogni giorno, grazie a Dio. E’ un pò mortificante da parte mia perché a volte mi costringo a dire cose, come quando ho detto di voler scegliere di non tornare in Italia se non per la Roma, oppure che non andrò via. Lo dico per costringermi a farlo, perché da solo non riuscirei a mantener fede alle parole e alle persone. Una persona ha come unico patrimonio la propria faccia e la propria parola, che non vorrei mai al mondo perdere. Ci siamo abituati ad assuefarci al fatto che quotidianamente veniamo diffamati e veicolano informazioni false. Testate serie dovrebbero verificare bene le proprie notizie. Che vi piaccia o no, finché avrò forza starò qui a difendere i colori e la città”.

Auguri per il compleanno. A questa squadra manca completamente la personalità, i giocatori non sentono il giusto senso di appartenenza. Di chi è la responsabilità?
“Lasciamo perdere gli auguri, me li avete fatti ieri con i titoli di giornale. L’appartenenza ce l’ha a momenti, altri no. Non gli manca in assoluto. Con l’Inter tutti a dire che la squadra è forte, il gruppo pure, Zeman un grande. Tre settimane dopo tutto il contrario. Con la Juve sicuramente è mancato. Ieri abbiamo avuto una riunione, tutto quello che è stato detto oggi è completamente falso. Abbiamo parlato noi dirigenti, il tecnico, la squadra, ho detto: “cerchiamo ognuno di noi di fare il nostro nel modo più serio e professionale in modo da cercare di eliminare i corollari che non sono propri della profesione. Non siamo in un circolo ricreativo, tutti devono percepire che c’è gente scrupolosa e seria nel proprio lavoro. Questa è stata la riunione di ieri ma per voi è diventata una caccia alla talpa”.

Zeman dopo la partita con la Juve ha detto che non fanno quello che lui dice, confermato da Florenzi.
“Tutto questo faccia parte della convinzione che ognuno di noi dovrebbe fare le cose che fa al 100%. Nel precampionato la squadra faceva tutto quello che voleva l’allenatore. Evidentemente i primi risultati, non parlo di prestazioni, hanno sottolineato fragilità ma anche qualità. I risultati hanno minato la convinzione di essere forti, e la partita con la Juve ha dimostrato questo”.

Spalletti ha detto: “Credevo che il problema fossi io a Roma, invece non è così”. Avete capito dove sono le difficoltà? Sabatini ha detto che bisogna riconsiderare il valore di alcuni giocatori.
“Spalletti è stato una risorsa per la Roma, non il contrario. Lui ha costruito molto, anche come mentalità, come rigore. Su Sabatini, certe cose a volte si dicono anche per provocare delle reazioni nei giocatori”.

Voi avete sposato due progetti controcorrente. Il primo sappiamo come è andato a finire. Ora la decisione di Zeman ha considerato che in una piazza così pressante è un problema far venire tanti giovani? Cosa dite ai tifosi?
“I tifosi? Abbiamo allestito una squadra competitiva, e lo dimostrerà presto. Gli incidenti di percorso fanno male a noi, a voi fanno poco male perchè pare siate felici più del negativo che della gioia della vittoria. La società è solida, e presto otterrà risultati. Sposto il livello dalla parte sportiva, consideriamo le iniziative societarie per rendere la Società fruibile dei propri contenuti, che vuole tenere a mente tutti. Il progetto è lo stesso dell’anno scorso, lo stesso di Luis Enrique. Stiamo rifondando la squadra, come tante squadre nel nostro campionato. Il progetto è un calcio propositivo che possa attirare la gente alla squadra”.

La squadra ha perso la forza dei giovani, con la Juve penso a Taddei, Perrotta, Totti, Stekelenburg e Burdisso. E’ una squadra vecchia.
“Non sono d’accordo, la squadra giovane deve essere aiutata da giocatori di esperienza, l’età media è di 24 anni, se questa è una squadra vecchia”.

Quali sono gli obiettivi stagionali della Roma? De Rossi ha detto che non bisogna lottare per lo scudetto.
“Competere per un posto in Champions League, riteniamo possibile considerando anche la forza delle altre”.

Cosa voleva dire nell’intervista a ‘La Stampa’ quando ha detto che alla Roma non manca disperatamente la vittoria?
“La differenza tra noi e la Juventus, che collettivamente è migliore di noi, ma è soprattutto la testa. Alla Juve la vittoria manca disperatamente come a un tossico la sua dose, alla Roma che si ‘fa’ una volta ogni 20 anni manca meno”.

C’è qualcuno che vuole destabilizzare l’ambiente?
“E’ ovvio che questa nuova proprietà non è mai stata benvoluta. Avremmo dovuto scendere a patti con tanti. Per come sono diventato è una cosa che non riesco più a fare. Mi sono confrontato con gli americani e mi hanno detto di andare avanti così. C’è una volontà di destabilizzare, e io non riesco ad accettarlo. Se fossi sceso a patti avrei reso l’ambiente migliore forse”.

Stasera tornerà Pallotta, la sua assenza a livello fisico si fa sentire?
“La proprietà ha dato a noi la chiave di casa. Se i calciatori non sentono che c’è il padrone è colpa nostra che non l’abbiamo trasmessa. Ma noi con la proprietà ci confrontiamo ogni giorno”.

Quanto è soddisfatto dei risultati finora?
“Il mio umore cambia in base ai risultati, ma dal punto di vista delle iniziative sono soddisfatto, dal punto di vista del risultato tecnico sono poco soddisfatto ma ho l’impressione che presto lo sarò molto”.

E’ colpa dei giornalisti se la Roma è arrivata settima l’anno scorso e è partita così? Ha parlato di responsabilità vaghe, può andare nello specifico? Ad aprile dopo Lecce-Roma ha detto che la squadra era sopravvalutata, cinque mesi dopo il direttore sportivo ha detto la stessa cosa con l’aggravante di un mercato di mezzo.
“Il discorso di aprile era consuntivo, una specie di bilancio. Parlavo di qualcuno sopravvalutato come carattere. La valutazione di Sabatini era per suscitare qualche reazione. La convinzione nostra è che la rosa sia assolutamente competitiva. Le responsabilità nostre sono sottolineate ogni giorno, tante possono essere dette senza destabilizzare. Tante altre ce le risolviamo noi. I giocatori che voi avete bocciato sono respnsabilità che possono venire scritte, ma per me questi giocatori non sono da bocciare ancora”.

Non ritiene un errore aver confermato la cerimonia della Hall of Fame in questo momento?
“La cerimonia è preparata da tanto tempo, ha richiesto tanti sforzi, come i giocatori chiamati dal Brasile. E’ un evento slegato dai risultati della squadra, è un evento per i tifosi perchè possano festeggiare la loro storia, mi aspetto dalla gente una festa per i loro beniamini. Niente vieta alla gente di festeggiare i loro giocatori e un attimo dopo fischiare la squadra per il risultato di Torino. Sarà un bel momento rivedere quelli che hanno contribuito a costruire la storia della Roma”.

Come si esce da questo momento tecnico?
“Cerchiamo di restaurare la convinzione, di convincere i giocatori che hanno la qualità. Ogni singolo giocatore è stato scelto insieme al tecnico. Le caratteristiche di ognuno sono state pensate come funzionali al tipo di gioco di Zeman. E’ chiaro che alcune partite hanno minato questa convinzione e va restaurata il primo possibile”.

Interverrete a gennaio sul mercato?
“Non ci stiamo pensando già ora, a gennaio dopo 4 mesi di campionato capiremo meglio come e se intervenire”.

Ha accettato la proposta della Roma, ma viene dall’Inghilterra. Si sente fuori luogo in questo calcio italiano?
“No, non mi sento un pesce fuor d’acqua. Penso che questo calcio e questa città ha la possibilità di fare insieme un cammino verso il meglio. E anche se fosse stato così, non sarebbe stato un motivo sufficiente per lasciare”.

L’anno scorso la società ha difeso l’allenatore fino all’ultimo. Quest’anno qual è la posizione verso quello che potrebbe essere un secondo fallimento?
“Non lo prendiamo in considerazione, credere in qualcosa significa fare già metà percorso. Crederci anche se ci sono rovesci e questo atteggiamento lo portiamo avanti verso l’allenatore e verso tutto il resto”.

Su sua indicazione sono stati scelti L.Enrique, Tancredi e Lo Monaco. Ora non ci sono più. Si sente depotenziato?
“No, non mi ci sono sentito nemmeno per un attimo. Altrimenti avrei avuto altri tipi di colloqui con gli americani. L.Enrique? Avrei continuato con lui, ma lui ha rinunciato. Tancredi, è stata una scelta tecnica dell’allenatore. Mi ha fatto male ma non posso entrare in merito di scelte tecnicihe. Su Lo Monaco c’è una parte della società che non è devoluta a me, a me concerne il campo e io a quello sono abilitato”.

Non c’è un piano per togliere di mezzo Baldini, però perchè lei è più defilato negli ultimi periodi? Sabatini ormai è lui che fa il responsabile. Zeman ha la fiducia illimitata anche se dovessero andare male le prossime giornate?
“E’ una fiducia illimitata, ieri nemmeno abbiamo accennato di confermare la fiducia di Zeman. Non è nemmeno oggetto di discussione. I discorsi su prima linea e seconda linea, c’è una sintonia dirigenziale con Fenucci e Sabatini, che nemmeno ce lo diciamo chi va a parlare per dire cosa. Neanche ci spartiamo nulla, chi sente di dover dire qualcosa va a rappresentare la Roma. Ognuno può rappresentare il suo punto di vista per quel che gli compete”.

Sabatini ha voluto suscitare una reazione. Ma lei e Sabatini siete ancora in grado di suscitare una reazione nei giocatori o sarebbe meglio che parlasse il presidente?
“Domenica vedremo se susciterà. Le fonti interne di Trigoria sono sempre più attendibili dei protagonisti. Siamo sempre noi più credibili anche del presidente che viene dall’America a parlare di calcio. Lo sa anche lui”.

Si aspettava di trovare questo ambiente a Roma? Quali sono i rapporti con Pannes?
“Si fa grande letteratura su diversità di opinioni passate e questo si trasforma in una incompatibilità. I rapporti sono assolutamente buoni, se così non fosse lascerei il contratto e me ne andrei. Non mi aspettavo di lavorare in condizioni ambientali così poco favorevoli. Un ambiente più sereno senza polemiche e senza molte falsità è molto più semplice per la squadra”.

Negli ultimi anni sono cambiate molte cose, perchè i problemi sono gli stessi da 3 anni?
“Potrebbe essere che la gente che lavora a Trigoria non riesce a trasmettere alla squadra, cioè la rigorosità, la serietà. Ci sono anche casi di giocatori che non sono riusciti ad esprimersi al meglio qui e poi lo hanno fatto altrove. C’è qualcosa nell’ambiente”.

In un’intervista a Sky l’altra settimana ha dichiarato di voler sfatare l’idea che non si può vincere giocando bene, lei che mandò via Zeman e prese Capello.
“Io non ero nella Roma che mandò via Zeman. Io ero a quel tempo consulente del presidente per quanto riguarda operazioni di mercato. Sono venuto in una nuova veste con Capello. Se c’è possibilità di vincere anche con un gioco bello, che poi si gioca bene anche essendo cinici come con Capello che non rinnego anzi. Credo semplicemente che si possa vincere anche giocando come gioca Zeman”.

Com’è la comunicazione romana in rapporto all’Inghilterra e la Spagna?
“Forse ho esasperato i toni, è un momento personale non semplice. Chiedo scusa se qualcuno si è sentito offeso, ma non sono impermeabile a certe falsità. Ho ricevuto delle offerte dal Tottenham però ho detto che sarei rimasto qui. Comunque noi ci siamo resi disponibili con tutti per fornire le nostre versioni per verificare certe notizie, poi quando siamo consultati il giorno dopo si dice che Baldini ha detto una certa cosa e però è una cazzata… L’erba del vicino non è solo verde. Nelle esperienze in cui ho vissuto non mi sono mai trovato dentro a questa confusione. Mi fanno pensare che quindi sia meglio altrove, ma magari sono stato solo fortunato io”.

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