CORRIERE DELLA SERA – P. DI CARO – Un passo indietro. Domenica a Bergamo è successo quello che doveva succedere: gli Dei hanno punito il peccato di hybris (tracotanza) di Luis Enrique. Che ha voluto, come altri prima di lui, con uguali conseguenze, sfidarli immaginando di imporre Leggi Supreme e Inviolabili diverse dall’unica alla quale è doveroso sottostare: quella del Buonsenso.
Lo sanno bene gli eroi greci, che ci provarono millenni fa: l’uomo non può oltrepassare ogni confine; di fronte all’impossibile, ci si ferma o si cade. E impossibile non è fare un gioco d’attacco, rischioso, basato sul possesso palla, ma farlo senza la testa e gli uomini giusti. La testa di chi arriva a una partita nel migliore clima possibile e non dopo una lite di tutti contro tutti. Gli uomini come De Rossi, dei quali ci si priva solo se infortuni o squalifiche obbligano a farlo.
Per questo, in vista del derby, ci appelliamo a Luis Enrique: torni a fare l’allenatore dai sani princìpi morali e tecnici, che gli riesce bene, e non aspiri all’Olimpo. Vedrà che da lassù torneranno ad essere benevoli con noi. Perché gli Dei capiscono chi ha l’ingenuità ma anche il coraggio di guardare al futuro e provare a prenderselo, e dunque merita la vittoria. E perché sanno fare quello che non ha avuto la forza di fare lui: perdonare.
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