IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) – E’ l’uomo dei grandi numeri, Luis Enrique Martinez Garcia, 41 anni, prossimo allenatore della Roma. Dall’estate del 2008 il tecnico asturiano è alla guida del Barcellona B, che partecipa (fuori classifica) alla Seconda Divisione spagnola (domani finirà il campionato: ultimo impegno contro il Rayo Vallecano), e finora il cammino della sua squadra è stato impressionante. Basti pensare che mai il Barcellona B era riuscito a arrivare oltre la sesta posizione (1975-76, 1991-92 e 1994-95) nella Segunda Division e quest’anno rischia di chiudere al terzo posto.
E poi: Luis Enrique complessivamente è stato in panchina 123 volte, con un bilancio di 58 vittorie (37 in casa) e 40 pareggi (15 in casa) e 25 sconfitte (15 in trasferta). La sua squadra ha segnato 205 reti (118 negli incontri casalinghi) e ne ha subiti 137 (55 in casa). In sette occasioni, il suo Barça B ha segnato 4 gol, due volte cinque reti e una volta anche 6.
Analizzando la sola stagione ancora in corso, va detto che in 41 partite (21 in casa) ha ottenuto 19 successi (12 in casa), 11 pareggi (4 in casa) e altrettante sconfitte (5 in casa). Le reti all’attivo sono 82 (44 in casa), con una media-gol di 2 a gara (2,10 in casa; 1,90 in trasferta). I gol subiti sono 60, con una media gol a partita di 1,46 (1,05 in casa; 1,90 in trasferta). Se domani il Barça B, che fino alla passata stagione si chiamava Barcellona Atletic, dovesse segnare altre due reti stabilirebbe il record assoluto di gol per la Segunda Division, al momento detenuto dal Betis, primo in classifica, a quota 83.
L’attaccante Jonathan Soriano, spagnolo, classe 1985, è il capocannoniere del campionato con 31 gol: un giocatore del Barça non è mai stato il capocannoniere della Segunda Division. Oltre tutto, nessun giocatore in assoluto era mai riuscito a segnare 31 gol in Segunda Division nelle ultime 23 stagioni. Bene no?
Nel campionato in corso, il Barça di Luis Enrique ha segnato 5 volte quattro reti, una volta 5 e una anche 6 gol. Tempo medio del primo gol realizzato: 31’ in casa; 48’ in trasferta; tempo medio del primo gol subito: 52’ in casa; 33’ in trasferta.
Il modulo di gioco scelto (scelta obbligata…) da Luis Enrique è il 4-3-3, con ampia e costante rotazione dei giocatori. Il più utilizzato è Soriano (35 presenze), seguito da Manuel Nolito (30), dal messicano Dos Santos (29), unico straniero della squadra, e da Marc Bartra (23). Singolare un dato: Luis Enrique ha fatto giocare con continuità, alternandoli, i suoi tre portieri, tutti classe 1989: Miño (15 presenze), Paredes (14) e Masip (14). Non ha un portiere titolare, ma manda in campo chi durante la settimana vede più in forma. E, ragionando così, tiene tutti – non solo i portieri – sulla corda.
La sua è una squadra che segna molto, ma molto anche subisce: la difesa del Barça B si trova attualmente all’undicesimo posto (22 sono le squadre della SD). Due volte in questo campionato ha subìto quattro gol e in altrettante occasioni addirittura 5 reti. Il suo vice si chiama Joan Barbarà, il preparatore atletico (che è anche il suo preparatore personale) José Ramon Callén e il preparatore dei portieri Ricard Segarra. Nel suo staff, poi, ci sono due tattici, Isidre Ramon e Robert Moreno. Qualcuno di questi lo vedremo a Trigoria, prossimamente. Allenamenti molto intensi, ritmi sempre altissimi, massima applicazione sennò via sotto la doccia. Luis Enrique a Barcellona non si è fatto pregare (più volte…) per alzare la voce con un suo giocatore. Lavoro specifico sugli schemi d’attacco, palla praticamente sempre a terra, vietati o quasi i cross e i pallone alti, giocati soltanto se assolutamente necessario. Anzi, indispensabile.