IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) – Ha convinto la famiglia Lamela a far trasferire il figlio Erik Manuel a Roma, ha bloccato Ricki Alvarez e presto lo porterà nella capitale; ha parlato con Deschamps e gli ha detto, stai tranquillo, se non prendo Luis Enrique porto te alla Roma. Ora a Walter Sabatini non resta che chiudere questo benedetto cerchio che ha rischiato di allargarsi troppo in queste settimane (Pioli, Rossi, Luis Garcia etc etc). Intanto il ds in contumacia (in attesa che venga ufficializzato il suo accordo con la Roma) s’è fatto mezzo giro d’Europa e ieri a Milano ha visto un legale di DiBenedetto, Mauro Baldissoni (il deputato alle firme dal primo luglio il manager di Unicredit Roberto Venturini) e ha incontrato più di un procuratore (Montella oggi è atteso a Catania), più di un dirigente. Individuato l’allenatore – ieri Sabatini ha visto l’avvocato spagnolo di Luis Enrique con il quale ha raggiunto l’accordo – ora ha bisogno di fare mercato. Cerca difensori (Bovo, Masiello, Silvestre, qualche esempio), portieri (Viviano, Rafael, Storari – incontrato il manager Vigorellli – decisamente meno Julio Cesar altri due esempi) e via discorrendo centrocampisti (Kranjcar) e soprattutto attaccanti, svegli, sguscianti e finti centravanti alla Messi. La Roma ha bisogno di vendere (Menez, forse Vucinic, che piace alla Fiorentina che ha Gilardino che piace alla Roma, ma che allo stesso tempo deve sistemare la questione Borriello, poi Doni, e altri). Insomma, Sabatini ha mille cose da fare e mille già fatte. E ha cominciato da pochissimo. Oggi dovrebbe vedere Sergio Berti, manager di De Rossi. O lo stesso De Rossi, assistito di Sergio Berti. O entrambi, non si sa mai.
Luis Enrique, che ha trovato l’accordo con la Roma, può essere ufficializzato dopo l’ultima partita che il suo Barça B giocherà domenica contro il Rayo Vallecano. Il tecnico asturiano, più volte contattato in questi giorni, aspetta solo di firmare il contratto. Che lo faccia a Roma (non oggi o domani, ha l’allenamento), che lo faccia a Barcellona (forse oggi o domani) o a metà strada (no), poco importa. Non serve, è tutto già a posto. La sostanza è che il quarantunenne tecnico asturiano, sta per cominciare la sua avventura alla Roma.
Martedì sera Luis detto Lucho ha organizzato una cena con presidente e dirigenti della sua attuale squadra, ha voluto salutare e ringraziare tutti. Ha parlato della Roma, della proposta fatta da Baldini e Sabatini, dei progetti e del duro compito di ricreare un altro Barcellona nella città del Papa. «Sono stati tre anni fantastici. Ho deciso che il mio ciclo è giunto al termine. Ho detto ciò prima ancora che mi arrivassero delle offerte». Lo ha detto quando Guardiola ha rinnovato il contratto, quindi per lui non c’erano speranze di arrivare subito al Barça A. «Sono soddisfatto e orgoglioso di quello che abbiamo fatto questi anni perché credo che alcune delle conquiste raggiunte siano merito mio», le parole di Luis Enrique alla tv del Barcellona. «Penso che i miei giocatori siano migliori di quelli della prima squadra. Potrebbero battere la prima squadra. Alcune persone dicono che è una sciocchezza impossibile, ma ci tengo al fatto che i miei giocatori pensino che l’allenatore abbia fiducia cieca in loro. Non accetterò calciatori non ambiziosi, che non provino a fare la cosa più difficile. E’ così facile lavorare con giocatori come questi. Ecco perché anche lo psicologo (Joaquín Valdés) è stato importante, ha fatto un lavoro incredibile con me». Lucho è abituato a lavorare con al fianco un esperto di psiche, vorrebbe provare anche a Roma. Che ha già vissuto un’esperienza di questo tipo, e non positivissima. Staremo a vedere. In Spagna sostengono che Luis Enrique voglia proporre anche qualche giocatore dei suoi, tipo Thiago Alcantara (figlio di Mazinho, ex Lecce), che già Pradè poteva prendere qualche tempo fa.
L’avvocato di Unicredit Roberto Cappelli ha chiamato Gian Paolo Montali. Telefonata molto amichevole, nella quale il direttore operativo della Roma ha ribadito che non vuole essere di intralcio a nessuno. Nulla di ufficiale, ma la sostanza è che stia prevalendo la linea Baldini-Sabatini. Daniele Pradè sta decidendo o meno di restare come direttore tecnico. Anche lui ha molte proposte, tra queste il Catania, il Torino e il Siena.