Sebino Nela, ex calciatore di Napoli e Roma, ha parlato a Napoli Network della partita in programma questa sera al San Paolo proprio tra le sue ex squadre.
Ecco le sue parole:
Sebino, nella sua carriera lei è ricordato come un grande calciatore della Roma. Eppure ha chiuso la sua carriera nel Napoli ed i tifosi napoletani conservano di lei un bel ricordo. Cosa le è rimasto di quella esperienza?
“Mi è rimasto moltissimo sotto l’aspetto umano e professionale, non mi aspettavo un accoglienza così al Napoli, dopo aver giocato tutto quel tempo nella capitale. E’ stata molto bella la prima volta al San Paolo, la ricordo benissimo: un pubblico calorosissimo, eccezionale, è stato davvero emozionante. A livello umano la città è bellissima, fatta da persone meravigliose, l’amore del pubblico per la propria squadra è tangibile durante tutta la settimana.”
Dopo la sua esperienza a Napoli, quel club andò incontro ad anni ingloriosi fino al fallimento. Poi arrivò De Laurentis e tutto è cambiato. Ritiene che il Napoli potrà tornare a vivere i fasti dell’epoca d’oro di Maradona?
“Per competere a tutti i livelli è chiaro che ci voglia una proprietà forte, credo si possa lavorare bene con le risorse che possiede il Napoli. A mio avviso, però, c’è la necessità di cambiare parecchio, non solo da parte degli azzurri, ma di tutte le squadre italiane. Innanzitutto, ad esempio, è importante il proprio stadio.”
Da più parti e da molti anni, infatti, si invoca una legge che possa essere da impulso per la realizzazione di nuovi stadi ma, ad oggi, nulla di nuovo sotto al Sole. Come mai?
“Io credo che tutti coloro i quali abbiano a cuore le sorti di una città siano consapevoli di dover concedere uno stadio. E’ chiaro che, nella maggior parte dei casi, politica e burocrazia fungano da inibitori per questo processo, ragion per cui dovrebbe esserci allineamento fra gli organi amministrativi e le società sportive. Lavorare su questi parametri farebbe sì che le competenze vengano fuori, che venga fuori la bravura degli addetti ai lavori ed, alla lunga, i risultati inciderebbero anche sulle potenzialità di ciascun club.”
Il derby del sud, un tempo così lo si definiva: Napoli e Roma, due squadre con un seguito di tifosi caldi e passionale. Gli aneddoti di questa competizione sportiva sono tantissimi, persino riportati in celebri film. Eppure oggi le due tifoserie appaiono reciprocamente nemiche. Come è avvenuto tutto questo?
“Non ricordo di preciso il motivo, è un peccato, ma forse è più bello così. Non mi sono mai soffermato molto sui gemellaggi, l’importante è che non succedano fatti gravi. Tra l’altro stiamo parlando delle maggiori tifoserie in Italia, sarebbe uno spettacolo stupendo poter assistere a questo genere di eventi portando i bambini allo stadio, sarebbe un segno di civiltà e progresso”.
Il calcio di oggi è sicuramente diverso da quello in cui lei giocava, dove il business appare dominante su ogni suo aspetto. In fondo, il calcio è lo specchio dei nostri tempi. Eppure, l’Uefa di Platini sta iniziando a mettere dei paletti, il Fair Play finanziario pare possa, almeno in parte, essere un freno ed un’inversione di tendenza. Condivide questa scelta? pensa possa avere successo?
“Condivido. Perché anche il calcio deve dare dei messaggi. Purtroppo per noi, stiamo vivendo una situazione particolare, non si può spendere più di quanto si guadagni, è diventato fondamentale per tutta l’economia, non solo per l’ambito calcistico. Ed è corretto che le società facciano più attenzione ai propri bilanci, allineandosi a dei parametri che consentano un certo ordine.”
Il Napoli ha avuto una brusca battuta d’arresto che ha rallentato la corsa al vertice. Gli azzurri possono ancora sperare in un passo falso della Juventus?
“Per quello che abbiamo visto, un pò tutti sono convinti che la Juventus possa solo perdere questo scudetto. Napoli, Lazio, Inter, Fiorentina, la stessa Roma, credo siano in grado di mirare al secondo posto che potrebbe migliorare solo nel caso in cui i bianconeri dovessero attraversare un periodo di crisi, magari legato alla stanchezza che porteranno le coppe. In tal caso, e soltanto in questo, i rivali potranno riavvicinarsi e colmare quel gap che abbiamo visto nella prima parte del campionato. Non ne sono sicurissimo, ma, chi corre, lo fa per garantirsi il secondo posto, almeno al momento.”
Mazzarri sfida il maestro Zeman. Quali saranno le mosse tattiche da parte di entrambi gli allenatori?
“Non so, dipende dall’atteggiamento delle squadre. La Roma è in netta ripresa, nonostante una partita grigia a Verona. Molto dipenderà anche dalla giornata dei propri giocatori, sono due grandi squadre, ripeto. Mazzarri, a mio avviso, è stato fra i migliori in serie A: Se il Napoli continua a crescere, molto è merito dell’allenatore! Sarà una bellissima sfida, tutte e due le squadre vorranno vincere, sarebbe importante a livello mentale: il Napoli, dopo questa, ha un’altra partita in casa contro un Palermo non brillantissimo. Per cui, se gli azzurri dovessero vincere, si metterebbe già bene. La Roma, invece, sbarca a Catania per andare a giocare contro una squadra ostica, che non molla mai.”
Per chiudere, dunque, che partita si aspetta?
“Partita equilibrata, nessuna delle due prevarrà sull’altra, sono certo che, chi vincerà, non lo farà per due o tre gol di scarto. Parliamo di due squadre con giocatori eccellenti, dotate di allenatori di primissimo ordine, entrambe in grado di mettere in difficoltà l’avversario in qualsiasi momento. Dunque, credo che si possa risolvere la partita o per una grande giocata, o per errori gravissimi da parte di una delle due, com’è successo in passato al Napoli col Bologna o alla Roma con l’Udinese.”