CORSPORT (M. EVANGELISTI) – Giura che non ci ha mai pensato. Al fatto di essere il più bravo di tutti. Lo è per pura constatazione teorica: Rudi Garcia è arrivato in Italia nella perfetta oscurità, proveniente dalla periferia di un campionato non molto esplorato dalle nostre televisioni – periferia geografica, non tecnica – e ha vinto tutte e sette le partite ufficiali in cui è stato impegnato. Fino a venerdì della prossima settimana resterà tale, il capoclassifica, l’uomo a punteggio pieno, il messaggero di un calcio alternativo.(…)
TRE MESI – In realtà tutte le vittorie della Roma sono sgorgate logicamente da una superiorità tecnica oppure da un’interpretazione tattica azzeccata e ancora dalla determinazione che dalle parti di Trigoria in precedenza non si trovava a nessun mercatino. Hanno cioè avuto una loro logica e in qualche modo potevano essere previste. Di soprannaturale o quasi hanno solo un aspetto: la velocità con la quale Garcia ha scoperto passaggi segreti e rotte battute del calcio italiano, qualcosa che non ci si aspetterebbe rientri nel bagaglio culturale di un tecnico francese di ascendenza spagnola con una passione per la Premier League inglese.
Garcia ha avuto la certezza di essere l’allenatore della Roma all’inizio di giugno, ha firmato il contratto poco prima della metà del mese e ha visitato per la prima volta il centro sportivo di Trigoria il 17. Ha avuto quindi meno di novanta giorni per imparare quel che doveva sulle avversarie del campionato. Li ha passati immerso nella visione di centinaia di dvd estratti dalla ricca collezione del direttore sportivo Walter Sabatini. Sette od otto ore quotidiane di immersione nel mare di bit scolpiti sui dischetti, il principale strumento di lavoro degli allenatori di oggi assurto a compagno di vita, la sala proiezioni di Trigoria diventata per lui quello che la biblioteca dell’università è per un vecchio professore.
Il che gli brucia parecchio tempo teoricamente libero. Del resto lo pagano abbastanza bene. E gli hanno arruolato un equipaggio indurito da molti anni di viaggio. Quando gli hanno imbarcato anche Aurelio Andreazzoli lui non ha avuto nulla da ridire. Sapeva di mettersi accanto una memoria storica enciclopedica e una rara capacità di analisi di pregi e difetti altrui.(…)