GASPORT (C. ZUCCHELLI) – A qualche amico, nei giorni scorsi, Miralem Pjanic ha confidato: «Questo mese per me sarà fondamentale». Aspettava con ansia e anche un po’ di emozione l’arrivo di ottobre, il bosniaco, chiamato a giocarsi una storica qualificazione al Mondiale con la sua Nazionale. Il c.t. Susic lo ha convocato per gli impegni contro Liechtenstein e Lituania e non poteva essere altrimenti visto che è il faro della Bosnia: ogni azione passa per i suoi piedi, un po’ come succede nella Roma dove inizia da interno ma poi, quando De Rossi scala a protezione della difesa, diventa il regista della squadra. «Questo ruolo mi piace tanto», ha ammesso, finalmente sereno nel lavorare con un allenatore «che mi esalta».
Beghe contrattuali Lo esalta talmente tanto che, se dipendesse da lui, Pjanic resterebbe a Roma tutto il tempo della permanenza di Garcia. È grazie a lui se è rimasto a Trigoria quest’estate, ed è grazie a lui se, dopo un periodo opaco, mezza Europa è tornata a parlare di quel centrocampista che a Lione faceva meraviglie. L’Equipe, ieri, gli ha dedicato un ampio servizio e, tra le altre cose, gli ha chiesto del contratto: «Ho ancora due anni e se la società vorrà discuterne verrà il tempo per farlo». Quelle che Sabatini ha definito «beghe contrattuali» non sono ancora state risolte: nei primi incontri di maggio le parti erano distanti, con Pjanic che chiedeva almeno 3 milioni a stagione e la Roma poco propensa ad accettare. Altre riunioni erano in programma a settembre, ma l’entourage del giocatore (l’agente italiano Gerbino, quello internazionale Becker e il padre del ragazzo) non è più stato contattato.
Fiducia Meglio, allora, concentrarsi sul campo e sulla sua rinascita. Tutto merito di Garcia: «Fin dall’inizio – le parole di Pjanic – il rapporto tra noi è sempre stato molto chiaro. In ogni caso io non volevo andare via, volevo fare un’altra stagione alla Roma perché sto bene, perché gioco in un campionato tatticamente più evoluto rispetto a quello francese e perché volevo ripagare chi ha avuto fiducia in me». I dubbi «Volevo giocare un’altra stagione», dice Pjanic. Non si sbilancia su quello che sarà. Senza rinnovo la Roma a giugno lo cederà, col rischio di ricavare però una plusvalenza minima rispetto agli 11 milioni spesi due anni fa. Se invece l’accordo si dovesse trovare e la squadra dovesse centrare almeno il terzo posto allora tutto verrebbe ridiscusso e, probabilmente, la Roma non avrebbe più dubbi nel tenerlo. Soprattutto perché Garcia ne è innamorato. Infatti in uno dei primi colloqui con Sabatini, a fine maggio, gli disse:«Lasciamelo e lo renderò ancora più forte. A 23 anni non avete idea di quanto può crescere».