CORRIERE DELLO SPORT (R. MAIDA) – La tentazione aumenta i battiti cardiaci e l’intensità dei sogni: Erik Lamela dentro al gioco, a centrocampo, alle spalle dei tre attaccanti. Di quest’idea, di quest’utopia possibile, hanno già parlato Walter Sabatini, garante dell’acquisto di Lamela, e Luis Enrique, che vuole gente che sappia costruire calcio in ogni parte del campo, portiere incluso. Questo spiega anche le strategie di mercato della Roma, che sta cercando un attaccante prima ancora di rinforzare il centrocampo. La risposta è proprio Lamela. Approfittando dell’età del ragazzo, che è nato nel 1992, Luis Enrique ha in mente di forgiarlo secondo le proprie esigenze. Lo scopo, quando le partite e la condizione atletica lo consentiranno, è coinvolgere tutti i calciatori di talento in una sola formazione. Una Roma d’assalto, lontana dalle paure del recente passato, contro ogni ragionamento tradizionale. Una Roma a trazione geniale.
MODULO D’ASSALTO – Nel 4-3-3, che in fase di possesso palla diventa spesso 3-4-1-2, Lamela potrebbe fare l’intermedio: alla sinistra di De Rossi per sfruttare le percussioni centrali, alla destra di De Rossi per rientrare sul sinistro e valorizzare il tiro da lontano che abbiamo apprezzato pochi giorni fa in Argentina-Messico Under 20. Davanti a lui avrebbe tre punte pure, con Totti centrale e Bojan e mister X (ora Borriello, domani Osvaldo?) ai suoi fianchi. Troppo spregiudicato, forse. O forse no, se l’ultimo centrocampista è un corridore sul genere di Perrotta e se duedei tre attaccanti contribuiscono alla copertura. A quel punto la Roma difenderebbe comunque con dieci uomini, anche se con il baricentro molto alto. Ne potrebbe valere la pena, se la qualità di Lamela fosse così decisiva come spera Sabatini. Con lui, Totti e Bojan contemporaneamente in campo, il piacere sarebbe assicurato. «Totti è uno dei più grandi giocatori degli ultimi 20 anni- ha detto Lamela -è un campione che ammiro non solo per quello che ha costruito nella sua carriera ma anche per la professionaltià. Sa fare tutto: crescendo ha persino cambiato il modo di giocare». E lui potrebbe imitarlo. In Argentina, sia nel River Plate che nelle nazionali giovanili, Lamela è stato abituato a giocare a tutto campo, avendo il talento scomodo del numero 10 (che adesso porta anche sulla maglia al Mondiale Under 20). Ma i giocatori giovani hanno tempo e volontà per imparare e completare il loro repertorio. Se ne parlerà al ritorno di Lamela, che dipende dai risultati dell’Argentina: la finale del Mondialino colombiano si gioca il 20 agosto.
MODULO BASE – Naturalmente Lamela potrebbe essere utilizzato anche in tutti e tre i ruoli dell’attacco. Sia da centravanti arretrato, come sta facendo Totti in questo primo mese di lavoro con Luis Enrique, sia in uno dei due posti sugli esterni. Del resto, la sua specialità è l’assist: «Amo giocare al servizio della squadra, per i miei compagni. E’ il mio stile e non penso di doverlo cambiare, anche se so che devo migliorare in fase di conclusione ». Con questo modulo meno spregiudicato, oltre a De Rossi e a Perrotta ci sarebbe in pista un terzo centrocampista puro, magari con i piedi buoni: ad esempio Greco, che è già stato utilizzato da Luis Enrique come mezz’ala sinistra. E’ la formula che servirà a rasserenare i difensori contro i nemici più temibili.