Queste le dichiarazioni dei protagonisti al termine della partita tra la Roma e la Fiorentina.
LUIS ENRIQUE A SKY
Pensa si sia rotto qualcosa con l’ambiente?
“E’ stato difficile per i tifosi capire questa situazione finale. I tifosi ci sono sempre stati vicini ed è normale che adesso mostrino la loro tristezza per quello che sta succedendo”.
Lei ha sempre puntato sul rapporto con l’ambiente.
“Ho sempre detto che l’allenatore è il problema. E’ un giorno difficile per tutti. Posso capire questa tristezza perchè abbiamo fatto partite molto lontane dal livello che abbiamo. Capisco questa tristezza”.
La prestazione del primo tempo era dovuta ad una generosità eccessiva per cercare di vincere o al fatto che non avevate preparato bene la partita?
“E’ difficile giocare quando la squadra può perdere facilmente fiducia. Nel secondo tempo la squadra è stata al livello altissimo che deve avere. Il pubblico è stato immenso, sarebbe stato bellissmo vincere nel finale. La fortuna però non è mai stata dalla nostra in questa stagione”.
Qual è il tuo obiettivo da qui alla fine della stagione? Sembra sia mancato sempre l’ultimo passo per lottare per le posizioni che contano?
“Sono d’accordo totalmente. Quando la situazione era difficile la squadra ha fatto bene, quando dovevamo fare il passo per entrare in lotta veramente la squadra non è stata all’altezza. Capiamo la tristeza dei tifosi. Cercare soluzioni ad una sconfitta come questa è difficile anche per me. L’obiettivo è chiaro: mettere la squadra in Europa League, farla competere in Europa. Non è facile, ma ci proveremo”.
Sabatini nella scorsa partita ha detto che non l’hanno aiutata.
“Io sono venuto qua a Roma a fare il mio meglio. Non ho mai pensato di giustificarmi, ho detto quello che ho detto: se c’è un responsabile sono io. La società è diversa dalle altre, di un grande livello”.
LUIS ENRIQUE A MEDIASET
Sulla partita.
“Primo tempo difficile, non eravamo in partita. Sappiamo della tristezza dei tifosi”.
Squadra smarrita.
“L’obiettivo della squadra è essere all’altezza dei tifosi e i itifosi sono ad un livello altissimo. E’ difficile per i calciatori, ci ho parlato ed erano tristi e pensavano che un’altra volta abbiamo perso una possibilità”.
Al terzo posto non ci pensate più?
“No, il nostro obiettivo è sempre essere più in alto”.
La strada si fa difficile però.
“Ce lo meritiamo, questa situazione l’abbiamo portata noi, io per primo. Dobbiamo cercare di essere professionali e far tornare la fiducia ai tifosi”.
Uno striscione per lei, lo ha visto?
“Non l’ho visto, me lo hanno detto. Un uomo vero lo sono, ma devo essere un allenatore vero. Ho tanta fiducia in me, ma i risultati dicono che ancora si può fare meglio”.
Tra lei e Guardiola chi è che consola l’altro?
“Non è una gran gornata per noi e neanche per loro”.
LUIS ENRIQUE ALLA RAI
Seconda sconfitta consecutiva e contestazioni inevitabili. I tifosi oggi si sono espressi: non la vogliono più. Cosa si sente di dire?
“Niente. E’ normale adesso sappiamo cosa succede quando non arrivano i risultati”.
Se lo merita il terzo posto la Roma?
“E’ difficile giocare in queste condizioni. Abbiamo fatto un primo tempo brutto”.
La sua pazienza è finita? Siamo vicini al punto di rottura?
“Io devo stare il più vicino possibile ai giocatori e alla società. Adesso cerchiamo di finire nel migliore dei modi”.
Non ci sono stati nè risultati nè bel gioco fino ad ora.
“Questa è una bugia. Tratti di bel gioco ci sono stati quest’anno”.
Forse non ci sono gli uomini giusti?
“No, assolutamente non è questo il problema”.
Ma se non è un problema di uomini cos’è?
(Luis Enrique non risponde).
E’ lei che consola Guardiola o il contrario?
“Nessuno dei due”.
Totti oggi miglior in campo se n’è accorto?
(Luis Enrique non risponde e se ne va).
LUIS ENRIQUE A ROMA CHANNEL
Sarebbe troppo facile fuggire ora?
“Non so se è un gesto importante ma è quel che sento. Mi dispiace per i tifosi, ma non è il momento di fuggire. Sono convinto che arriveranno i trionfi alla Roma, in futuro, perchè vedo il modo di lavorare della società. Sono arrabbiati con l’allenatore, mi prendo le mie responsabilità, ma dobbiamo finire questa stagione e fare di tutto per arrivare in Europa. Se mettiamo ancora più pressing sui ragazzi sarà ancora più difficile. Mancano 4 partite. Se qualcuno vuol che vado via vado via domani mattina, non c’è problema. Mai sarò in un posto dove non mi vogliono”.
Abbiamo visto tanti allenatori. L’allenamento di Luis Enrique è costituito dallo scorrimento palla, oggi invece c’era lentezza. Perchè?
“E’ diverso l’allenamento dalla partita. Non è una giustificazione, sono io il responsabile, non è una frase fatta. Ogni volta che siamo andati vicini alla lotta vera non siamo stati all’altezza. C’è poca fiducia da parte della squadra. Oggi era una finale quasi e non siamo stati all’altezza. Con questo clima è difficile ancora di più, i giocatori sono persone. I tifosi sono stati incredibili, amano la maglia anche se non amano noi. Ma con questa atmosfera non si va da nessuna parte, uno deve essere ottimista”.
Avete individuato degli errori e delle soluzioni?
“Rivediamo sempre tutto, cerchiamo di migliorare tutto. Abbiamo fatto sicuramente tantissimi errori, non vado davanti a una camera a parlare male dei calciatori”.
Ora domattina come vi ripresenterete a Trigoria? Che clima c’è nello spogliatoio?
“Si, molto difficile. Immagina un calciatore che deve andare in campo, le ho vissute anche io. Ma il mio stile è di superare queste difficoltà per arrivare a sabato nel modo migliore”.
DE ROSSI A SKY
Situazione ambientale difficile?
“E’ normale che i tifosi si facciano sentire”.
Cosa è successo nel primo tempo?
“Subisci il gol dopo un minuto dopo essere partito a palla per gli altri risultati e ti tocca rincorrere, poi ci sono altre scusanti ma non è quello il problema”.
Pensi ancora che Luis Enrique sia il migliore?
“Penso che sia uno dei più bravi, ho detto il più bravo e non mi hanno allenato pizza e fichi. E’ uno che prova a insegnare a giocare a pallone, sicuramente è il più sfortunato, non gliene gira una giusta. Basti pensare alla partita di oggi, nella quale non abbiamo fatto un buon gioco, ma che se pareggi hai un punto in più. Se pareggi altre partite dove hai fatto arrembaggi hai punti in più, questa è l’esperienza che ci manca”.
C’è una mancanza di crescita?
“C’è stato qualche piccolo correttivo, non ricordo neanche all’inizio questo gran gioco. A Natale avevamo fatto passi avanti notevoli, diciamo che abbiamo dovuto apportare correttivi perchè tenere palla tanto ti porta ad essere poco incisivo e a rischiare, lo sapete come abbiamo perso a Genova, il derby e tante altre partite che squadre con meno qualità chiudono con un punto in cascina”.
Potevi fare qualcosa in più?
“Sono d’accordo, ma non so cosa. Faccio parte di una squadra, i giudizi vengono alterati da prestazioni e risultati. 5-6 partite fa si diceva che non potevamo giocare senza di me, non era vero prima e non è vero adesso. Le prestazioni sono quelle che sono, io voglio e spero di far sempre meglio”.
Siete ancora convinti del progetto?
“La squadra è giù, non voglio dire distrutta ma è una squadra che dentro gli spogliatoi era veramente dispiaciuta. Credo che ci sia grande fiducia nell’allenatore, poi non voglio parlare a nome degli altri, non sono il portavoce di nessuno ed è stucchevole che debba difendere l’allenatore. Se mi dite che prendiamo un allenatore che ci fa vincere lo scudetto faccio di tutto per mandare via Luis Enrique ed è ovvio che sono contento”.
Il pubblico dela Roma finora è stato da elogiare.
“L’ho detto prima, c’è stata sempre grossa pazienza, la Curva ha cantato per 90′ cose belle e meno belle, se ci lamentassimo saremmo dei matti. Il paragone coi tifosi del Barcellona è assurdo, ma qui in Italia è così. I tifosi si possono stufare, vedremo quello che succede, ne ho vissute di peggio. Un anno mi sono salvato alla penultima e fatto un nono posto, non sono abituato a giocare con chi supera semifinali di Champions”.
BALDINI A ROMA CHANNEL
Un momento difficile.
“Si, non c’è molto da dire, una partita particolarmente brutta quella di Torino, la squadra è tornata in campo molto provata, il gol dopo due minuti ha accentuato le sofferenze. Mi sento di assolvere però la squadra, nel primo tempo non era entrata in campo, nel secondo tempo ha messo tutto quello che aveva, il solo responsabile sono io che ho scelto uno per uno le persone che compongono la dirigenza e la parte tecnica. Però spezzo una lancia per i giocatori che nel primo tempo sono stati molli e nel secondo tempo hanno fatto di tutto per vincere, rivelando grandi valori”.
Vediamo gli allenamenti di Luis Enrique e vediamo possesso palla che poi in partita non c’è. C’è una identità nella Roma, i problemi li avete individuati?
“Dubbi ne abbiamo tanti e abbiamo individuato le cause e per certi versi le soluzioni. Se facessimo un passo indietro ad inizio stagione in cui sapevamo che ci sarebbero state tante difficoltà, non siamo molto lontani da dove dovevamo essere, è chiaro che ci si sono presentate ghiotte occasioni per andare oltre le aspettative e che ogni volta che vengono mancate, questo fa abbastanza male. Faremo ulteriori riflessioni e cercheremo di capire se le soluzioni che avevamo rintracciato possono essere tutte quelle che servono per continuare a dare corpo a questo progetto”.
C’è una contestazione.
“E’ legittima, la tifoseria ha dato appoggio pieno alla squadra anche dopo il primo tempo di oggi. Dopo una grande prestazione da parte loro è normale che possano manifestare il loro disappunto”.
BALDINI A SKY
Luis Enrique ha detto che non ha ancora preso una decisione sul suo futuro?
“Non posso essere nella sua testa in questo momento. In lui c’è l’amarezza per queste due sconfitte, l’amarezza di un uomo di sport che pensava di potersi giocare carte importanti per il terzo posto. Questo non vuol dire che abbia preso una decisione. Da parte nostra non c’è dubbio su questa persona. Ci sono più dubbi su me stesso. E’ un percorso che ho immaginato e programmato. Mi prendo la responsabilità per le persone scelte. Se c’è un responsabile sono io”.
Perchè la squadra si ritrova a questo punto? Dove sono gli errori?
“Ce ne sono stati. Sono oggetto delle discussioni tra noi e l’allenatore. E’ difficile dire in tv quali siano stati ma ce ne sono stati. Io in prima persona ne ho commessi diversi. Io mi prendo la responsabilità di quello che oggi viene percepito, soltanto percepito, la fine, il fallimento del progetto. All’inizio dell’anno ci aspettavamo un campionato così e queste difficoltà. Abbiamo avuto la possibilità di fare il salto di qualità, di insidiare il terzo posto e ogni volta che queste occasioni sono mancante, anche la percezione di aver mancato il campionato è scattata automatica. I dubbi che abbiamo e le soluzioni che pensiamo di mettere in campo per risolvere questo tipo di dubbi, sono frutto di una discussione interna che non dirò ai microfoni di un’emittente televisiva. Questa è una società che formalmente si è costituita solo il 18 agosto. Un nostro primo errore è dovuto anche alla contingenza del tempo, di aver fatto la squadra negli ultimi due giorni, in maniera un pò caotica e questo non ci ha aiutato ad avere un indirizzo chiaro e scegliere i giocatori più idonei per questo tipo di gioco, ci sono statti molti adattamenti. Ma questi giocatori hanno valori importanti tecnici e caratteriali. Se il primo tempo aveva lasciato pensare che probabilmente sarebbe stata un’altra partita indecorosa come lo sono state alcune, il secondo tempo, grazie soprattutto ad un pubblico che giustamente adesso protesta dopo l’appoggio che ci aveva dato, i valori sono venuti fuori. Oggi mi sento di difendere la squadra per la reazione del secondo tempo”.
Se Luis Enrique lascerà sarà una decisione solo sua?
“Lo sarà fin quando io sarò autorizzato a prendere decisioni. Io non posso tirarmi indietro dalle mie responasabilità. La proprietà americana sa di avere in mano il mio contratto. Se mi autorizzeranno a prendere ancora decisioni, Luis Enrique sarà l’alleatore dlla Roma anche il prossimo anno”.
Il dg della Roma oggi vede la rosa seguire l’allenatore come ad agosto o no?
“Si devo dire di si. Vedo gli allenamenti ogni giorno e vedo l’abnegazione e la disponibilità dei giocatori nei confronti di Luis Enrique. Ad un certo punto del campionato sembrava che quest’identità fosse ben concreta e che fosse ormai un’assimilazione da parte dei giocatori del calcio che vuole praticare Luis Enrique. Credo che sia molto più da riferirsi al sentirsi improvvisamente non ancora adeguati a fronteggiare un campionato che ci si è presentato addirittura per poter competere per il terzo posto e la cosa sembra aver minato alcune certezze. Non certo la bontà dell’allenatore”.
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