Qualcuno insiste a non rassegnarsi, ma tra una settimana o giù di lì, la Roma avrà una nuova proprietà. Che nonostante i disastri di questa stagione, non ha fatto un passo indietro e intende dare il via ufficiale al nuovo progetto Roma. Consapevole che ci sarà bisogno di una totale rifondazione romanista perché troverà una società svuotata, azzerata, spolpata da tutti i punti di vista, economico, tecnico, umano. Perché questo ha prodotto la gestione virtuosa, il resto sono chiacchiere per velinari e polli d’allevamento.
PROGETTO – C’è da rifare tutto, dalla squadra al management, dai conti alle strategie future. Tom DiBenedetto e i suoi soci, hanno già spedito il materiale richiesto, dai contratti ai patti parasociali e sono in attesa, già da qualche giorno, che arrivino le risposte da parte di Unicredit (non sarà il caso di spedirle?). Il progetto a medio termine, tre-cinque anni, è già pronto da un pezzo. E’ stato presentato contestualmente all’offerta economica che ha sbaragliato una concorrenza più o meno inesistente. E al di là del cash, è stato il progetto a convincere Unicredit, proprietaria della Roma dal ventisei luglio scorso. Un progetto dettagliato, ambizioso, in cui investimenti e idee avranno l’obiettivo di dare solidità economica e tecnica. Ci sarà bisogno di soldi, competenza e pazienza. Perché non date retta a chi, sapendo di mentire, oggi sostiene che gli americani si prenderanno la Roma con dieciquindici milioni a testa. E’ un falso che concede attenuanti pure all’attuale gestione, attenuanti che nessun giudice onesto concederebbe. C’è un’Opa da fare, una squadra da ricostruire, una società da riorganizzare. Nel progetto a breve e medio termine sono previste due ricapitalizzazioni per circa cento milioni d’euro, di cui almeno la metà serviranno a coprire i buchi di un bilancio che prevede, per quest’anno, un saldo negativo da una quarantina di milioni. Roba che alla vigilia dell’introduzione del fair-play finanziario (e pensare che ci hanno detto che la Roma era avanti perché aveva introdotto autonomamente la regola dell’autofinanziamento) sarebbe devastante.
ORGANIGRAMMA – La società sarà ristrutturata completamente. Ci saranno molte, se non tutte, facce nuove (o quasi). La struttura prevederà un presidente che sarà Tom DiBenedetto. Ci sarà un suo uomo operativo con la qualifica di amministratore delegato. Ci sarà un nuovo direttore finanziario al posto della dottoressa Mazzoleni. Poi un direttore generale e un responsabile del settore giovanile. Ci sarà un direttore sportivo che avrà il compito di rifare una squadra per un progetto a medio termine, considerando che i tanti ultratrentenni attualmente in rosa, difficilmente potranno far parte di questo progetto. Si potrebbe fare pure qualche nome per queste cariche, alcuni peraltro sono stati già scritti o detti, ma in questo momento quello che conta è che il progetto diventi operativo sul campo. Perché adesso anche quelli che fino a poche settimane magnificavano la gestione virtuosa, non possono non essersi resi conto che non c’è più tempo da perdere.