Dopo la bella e convincente vittoria della Roma contro l’Inter, i super voti che i quotidiani assegnano ai giocatori giallorossi sono più che meritati. Ma vediamoli tutti:
GAZZETTA DELLO SPORT a cura di F.BIANCHI
STEKELENBURG 6 Occupazione di giornata: prendere freddo. Nel finale prende anche un colpo di testa di Obi, facile. Si annoia così tanto che si inventa un rinvio rischioso.
TADDEI 6 Parte col gas in corpo, aiuta Lamela a possedere la fascia destra, ci sta bene nella Roma sprint. Poi cala, commette errori di misura e presunzione.
JUAN 7 Visto che dalle sue parti c’è poco da fare, si avventura spesso dalla parte opposta e guarda caso apre la partita con una prepotente zuccata.
HEINZE 6 Fa la guardia al bidone senza difficoltà. Qualche grattacapo gli arriva soltanto da un paio di tentativi isolati di Milito. Ma giusto un paio, eh.
JOSE’ ANGEL 6.5 Mostra le sue qualità offensive quando regala una palla d’oro a Totti. Puntuale nelle discese. Gara tutta positiva, dato che poteva anche non difendere.
GAGO 6 È quello che si mette meno in mostra.
SIMPLICIO 6 Fa il suo compitino, sta addosso ai centrocampisti nerazzurri senza grandi difficoltà.
DE ROSSI 7 Il solito doppio-lavorista di qualità eccezionale: regista e libero. Fondamentale. Squalificato, salta il Siena, oltre al finale col Catania. Un problema serio.
PJANIC 7 Ma siamo sicuri che ha soltanto 21 anni? In mezzo gioca come un califfo di lungo corso. Assiste tutti, assalta le caviglie di tutti, va al tiro. Che acquisto.
LAMELA 6.5 A proposito di acquisti. Talento puro Lamela nel primo round mostra il suo repertorio. Piedi e atteggiamento da campione. Dopo l’intervallo si riposa.
BOJAN 6.5 Quando si dice farsi trovare pronto: entra per l’argentino e dopo qualche minuto, si beve la difesa (imbambolata) e con un diagonale firma il 4-0.
TOTTI 7 Pupone, giovinezza atto secondo. Apertura e colpi di tacco illuminanti, mai gratuiti. Intesa con Lamela e Pjanic che sale, sale. Peccato l’occasione mancata.
BORINI 7.5 Tutto pressing e gol, il Rooney de noantri. Il primo a spaventare Julio Cesar. Lo castiga due volte. Sei reti stagionali, ha già raggiunto il suo record in campionato, come nello Swansea: l’uomo in più per Luis Enrique Piscitella. s.v.
LUIS ENRIQUE 7 Eccola qui, la Roma che vorrebbe sempre vedere: veloce, precisa, pimpante, in pressing sullo spettacolo e con un Totti sempre più inserito. Ma l’Inter le ha dato più di una mano.
IL MESSAGGERO a cura di M.FERRETTI
STEKELENBURG NG
Una paratina nel primo tempo su Milito e un’altra, ancora più facile, su Obi nella ripresa. Ingiudicabile.
TADDEI 7
Spinge moltissimo nella prima frazione, lì a destra. Poi gioca più di tattica quando dalla sua parte si porta stabilmente Obi, che il brasiliano riduce ai minimi termini.
JUAN 8
Segna di testa, come accaduto a Cagliari, e ancora su calcio d’angolo battuto da Totti. Suo il primo gol della Roma, un gol pesantissimo. In più, offre un assist da fantascienza a Borini in occasione della terza rete romanista. E cancella dal campo Milito.
HEINZE 7
Tranquillo, sicuro di sè, quasi spavaldo. Un muro vero, alla faccia del deludente Samuel.
JOSE’ ANGEL 6
Continua ad avere tanta paura di attaccare, lì a sinistra. Fa il compitino, non tenta mai una cosa azzarda. La strepitosa prestazione collettiva lo porta alla sufficienza.
GAGO 6
Troppi errori in fase di palleggio, da intermedio di destra. Più quantità che qualità, stavolta. Esce tra gli applausi della Sud, però. Buon segno, per lui.
DE ROSSI 8
Torna dopo una vita, non sta benissimo eppure fa girare la squadra come un orologio svizzero. Uno spettacolo di sapienza tattica, con rarissime sbavature. Sarà banale dirlo, ma con lui è tutta un’altra Roma. A Catania e a Siena, però, non potrà esserci per squalifica.
PJANIC 6,5
Il tocco in profondità per Borini (azione del secondo gol giallorosso) è da incorniciare. Cuce il gioco, da intermedio di sinistra, con la consueta qualità tecnica.
LAMELA 6,5
Gioca stabilmente a destra, duetta con Totti, mette in seria difficoltà Nagatomo, prova il numero e va alla conclusione, anche di testa. Una buona prova, stavolta.
TOTTI 8
Al di là dei colpi di tacco smarcanti, al di là delle aperture chilometriche, al di là dei cambi di campo con il contagiri, al di là delle corse e rincorse sui portatori di palla di Ranieri, al di là delle imbucate e dei duetti a centrocampo una prestazione sontuosa da regista della fase offensiva.
BORINI 9
Prima doppietta in serie A, dopo aver messo a sedere prima Samuel e poi Lucio (cinque reti complessive, 11 presenze in campionato), e un contributo pesantissimo al gioco di squadra. Da manuale del calcio i suoi tagli da sinistra verso il centro. E in fase di non possesso, diventa difensore a tutti gli effetti. Se migliora la tecnica individuale, diventerà un campione vero. Esce applaudito (anche) da Totti: una cosa che non capita spesso, e che ha un significato profondo.
SIMPLICIO 6
Rileva Gago e partecipa con i suoi tocchettini alla festa.
BOJAN 7
Il suo gol è un piccolo, grande capolavoro: controllo spalle alla porta, dribbling tra tre avversari, sterzata e diagonale imprendibile.
PISCITELLA NG
E la Sud cantava: Piscitella facci un gol…
IL TEMPO a cura di A.AUSTINI
Stekelenburg sv L’Inter è talmente poca cosa che avrebbe potuto mettersi a giocare a palle di neve con i tifosi. Ci prova solo Milito e lui c’è.
Taddei 6.5 Parte bene in tandem con Lamela, si ferma nella parte centrale e chiude in crescendo.
Juan 7.5 Segna il terzo gol nelle ultime quattro partite a cui aggiunge una prestazione impeccabile in difesa.
Heinze 6.5 Luis Enrique lo rimette al fianco di Juan e la Roma non subisce gol: difficile a questo punto pensare che sia un caso. Josè Angel 6.5 Nella giornata perfetta gioca bene anche lui. Di fronte ha quello che resta di Zanetti e Maicon, ma non si spaventa. Anzi: sfrutta gli spazi, si infila un paio di volte in area e non commette errori dietro. E se fosse iniziata la sua stagione?
Gago 6 Con il rientro di De Rossi può concentrarsi sulle geometrie. Dà un grosso contributo nel palleggio incessante della Roma, con un paio di passaggi a vuoto che fanno ripartire l’Inter.
De Rossi 7.5 Rientra e la Roma ritrova protezione davanti alla difesa, cambi di gioco, carisma. Adesso c’è anche la firma sul contratto: è il più grande colpo del mercato.
Pjanic 7 Il nuovo che avanza contro gli spompati centrocampisti dell’Inter. Spadroneggia senza neanche sforzarsi troppo. Il colpo di classe di giornata è l’assist per il raddoppio di Borini.
Lamela 6 L’inizio promette meraviglie ed è il primo a sfiorare il vantaggio. Col passare dei minuti Nagatomo gli prende le misure e lui va a cercarsi spazio al centro senza troppi risultati. Erano prove generali per Catania, dove dovrà sostituire Totti.
Totti 7 Centravanti e regista avanzato insieme, non tira mai in porta ma si dedica ai compagni, vedi l’assist dalla bandierina per Juan, tocchi di fino e continui cambi di gioco col contagiri.
Borini 8 È l’attaccante che interpreta meglio lo spartito di Luis Enrique. Irride Samuel e Lucio e segna due gol «veri». Non molla un centimetro e recupera anche palloni nell’area romanista. Simplicio 6 Fa quel poco che serve.
Bojan 7 Per un giorno gli sarà sembrato di essere tornato al Barça: entra sul 3-0 e firma il poker. Il gol gli serviva come il pane. Piscitella 6 Assist a Bojan: non male come esordio.
Luis Enrique 8 La squadra torna a fare quello che lui chiede sin dall’inizio – difendere e attaccare in undici – l’inesistenza dell’Inter di Ranieri. Il nuovo disintegra il vecchio e i sogni tornano vivi. Alessandro Austini
IL ROMANISTA a cura di D.GIANNINI
STEKELENBURG 7 Con una Roma così è quasi non giudicabile. Quasi. Perché Milito nel primo tempo a partita ancora aperta lo chiama all’unico vero intervento di giornata. Tiro a giro e parata agevole. Non perché lo fosse in assoluto, ma perché lui rende tutto facile. Per il resto deve fare quasi da spettatore, concedendosi una bella esultanza al gol del 2-0.
TADDEI 7.5 Nagatomo chi? Mai sfidare Rodrigo sulla corsa. Mai. Tanto meno il Taddei di adesso. Gli è bastata una giornata di riposo per tornare una furia. Gli spazzaneve del Comune non servono più, è stato ingaggiato lui per squagliare la neve di Roma usando la suola rovente dei suoi scarpini. Una volta storditi gli avversari, li finisce con un doppio dribbling. Tanto per ricordare che la corsa va bene,ma i piedi vanno anche meglio.
JUAN 8 Sarà che in campo c’era Obi. Lui e Obi. Obi-Juan. La forza è stata con lui.
HEINZE 7.5 Torna e si vede. Si vede nella grinta che ci mette e che trasmette a tutti. Quella stessa grinta con cui sradica la palla dai piedi di Milito. Il guardalinee non gli dà il fallo laterale e lui se lo vorrebbe mangiare. Si accontenta di divorarsi gli attaccanti dell’Inter.
JOSE’ ANGEL 7 Ci voleva. Aveva proprio bisogno di una partita del genere. C’è da giurare che gli farà bene anche e soprattutto per il futuro. Come hanno fatto bene gli incoraggiamenti ricevuti in campo da De Rossi. Che lo hanno convinto ad avere coraggio, ad andare in profondità, a fare quello che sa fare meglio. Può fare molto meglio, intanto bentornato.
GAGO 7 Andate a cercare nella palla. Ci deve essere un piccolo pezzo di ferro e nei suoi scarpini un altrettanto piccolo magnete. Solo così si spiega il modo in cui calamita tutti i palloni. O forse un’altra spiegazione c’è: il pressing che scorre nelle sue vene. Tolto dal ruolo di diga davanti alla difesa e messo in quello di cursore non fa una piega. Quantità, e qualità. Come sempre.
DE ROSSI 7.5 Il suo rientro non può spiegare da solo tutta la differenza tra la Roma di Cagliari e quella di ieri. Non può spiegare da solo una difesa tornata improvvisamente impenetrabile. Non può spiegare da solo la superiorità imbarazzante nei confronti dell’Inter. Non può spiegare tutto.Ma molto.
PJANIC 7 Dovrebbero mettere l’obbligo di attaccargli sulla maglia un segnale come quello dei Tir che trasportano carburante. Un segnale di pericolo. Tipo “attenzione, giocatore infiammabile”. Nel senso che ci mette un niente ad accendersi. Un tocco, un lampo di genio, e la Roma è in porta. Come sull’assist del 2-0. Con la partita in cassaforte dopo 48 minuti, si conserva altre scintille per Catania
LAMELA 7 Con la sua tecnica, con la sua qualità, c’è solo un modo per non diventare un fenomeno del calcio: se non hai la voglia di sacrificarti. Non è il suo caso. Bastava vederlo ieri rincorrere gli avversari fino al limite dell’area della Roma.A fare fallo al limite di quella loro per provare a recuperare palla.A faticare per il bene della squadra senza nessuna invidia se per una volta le luci della ribalta erano per gli altri.
TOTTI 8 Come è possibile andare a pressare sul 4-0, a 5 minuti dalla fine? Come fai a correre come un matto a partita strafinita, con 35 anni e 211 gol in Serie A alle spalle. La risposta è facile. Lo fai se giocare a pallone ti fa ancora godere. Lo fai se un colpo di tacco o un lancio di 40 metri ti danno la stessa scarica di adrenalina che danno a chi la vede allo stadio o in tv. Lo fai se ti diverti. E se hai quei piedi e quella testa, divertirsi è davvero facile.
BORINI 9 Bang. Quando si infrange il muro del suono si sente un boato.Ma quando si infrange la velocità della luce come ha fatto ieri neutrino Borini, che succede? Succede che lo spazio si curva, il tempo si annulla, l’Inter si annienta. Due gol, una prestazione immensa.Tanto da far venire il mal di testa a Maicon e costringerlo a uscire per prendersi un’aspirina. Nel dizionario alla parola “fame” c’è scritto: grande desiderio, aspirazione profonda. Da oggi ci hanno aggiunto anche la parola Borini.
LUIS ENRIQUE 8 Minuto 64, la Roma, la sua Roma, sta strapazzando l’Inter. Tre a zero e avversario all’angolo. Che fa un allenatore normale? Si siede in panchina e si gode la partita. Non lui. Lui si sbraccia per dire alla difesa di salire, di stare corti. Poi se la prende con Stek perché ha fatto un lancione. In conferenza aveva detto che questa squadra è un’identità. Gliel’ha data lui.
BOJAN 7,5 Adesso sì. Eccolo il Bojan di Barcellona. Quello che può tutto o quasi. Quello che salta 4 uomini e segna da solo. Quello che alla classe unisce anche la grinta. E ora Luis Enrique ha un bel problema di abbondanza.
PISCITELLA 7 “Confronto con Zanetti, da far tremare le gambe”. Il commentatore di Sky non fa in tempo a finire la frase che lui salta il capitano dell’Inter e mette dentro il cross del 4-0. Alla faccia dell’emozione!
SIMPLICIO 7 Entrando a partita in archivio, si rischia di prenderla sotto gamba, di fare una figuraccia. A lui non succede.
CORRIERE DELLO SPORT a cura di L.FERRAJOLO
8 BORINI – Distrugge la difesa interista, segna due gol bellissimi ma gioca anche per la squadra e si sacrifica con recuperi difensivi. I suoi tagli improvvisi danno profondità alla squadra, la sua intraprendenza mortifica la lentezza e la boria degli stagionati difensori di Ranieri.
7 JUAN – Secondo gol consecutivo e terzo della stagione. E in più l’assist per il 3-0 di Borini. Ma soprattutto non sbaglia un colpo in difesa, tenendo a bada un Milito arrivato a Roma a suon di gol. Chi lo ricorda tremebondo su Di Vaio,stenta a riconoscerlo. Però questa volta c’è De Rossi che lo protegge e gli dà sicurezza.
7 DE ROSSI– Riequilibra la squadra, al suo fianco i difensori cambiano faccia e rendimento. E i quattro gol della Roma all’Inter sono la giusta festa per la sua sospiratissima firma. Salterà sia Catania che Siena, ma insomma sapere che la Roma lo avrà anche nei prossimi anni è un gran sollievo per Luis Enrique e i romanisti.
7 PJANIC – Gioca molti palloni, fa impazzire gli interisti col suo palleggio elegante, regala a Borini l’assist del 2-0. In una squadra ancora con troppi alti e bassi è forse il più continuo tra i centrocampisti.
7 BOJAN – Gioca solo un quarto d’ora ma gli basta per battere Julio Cesar e riprendere quota, dopo un po’ di panchine.
7 TOTTI – Un suo assist per Lamela in avvio vale il prezzo del biglietto. Si batte da capitano vero perché al suo calcio fatto di qualità e talento aggiunge anche gli atteggiamenti giusti: si batte su ogni pallone e si sacrifica quando la situazione lo richiede
7 LUIS ENRIQUE (all.) – Sul 4-0 è ancora in piedi per richiamare la squadra in avanti ed evitare che si senta sazia. E’ l’essenza del suo calcio, che quando si esprime su questi livelli fa godere la gente. Perché il suo progetto vada avanti, ora deve ottenere dalla squadra continuità e affidabilità.
6,5 HEINZE – La sua grinta e la sua esperienza servono in una difesa a volte troppo tenera. Forse se n’è convinto anche Luis Enrique.
6,5 LAMELA – Nella prima mezz’ora terrorizza i languidi difensori interisti. Con Totti inventa giocate e dà spettacolo, dopo il 2-0 tira un po’ i remi in barca. Però le sue giocate sono sempre decisive quando la partita è ancora in bilico e bisogna scardinare le difese avversarie.
6 STEKELENBURG – Solo una parata facile su Milito. Gioca più con i piedi che con le mani.
6 TADDEI – Generoso e attento, quando è in vena riesce a interpretare bene il ruolo. In questo caso Nagatomo e Obi lo aiutano.
6 JOSE’ ANGEL– Tiene a bada Maicon, però quando attacca non sempre finalizza bene.
6 GAGO– Completa con il suo dinamismo un centrocampo talentuoso.
ROMANISTA D.GIANNINI
STEKELENBURG 7 Con una Roma così è quasi non
giudicabile. Quasi. Perché Milito nel
primo tempo a partita ancora aperta
lo chiama all’unico vero intervento
di giornata. Tiro a giro e parata
agevole. Non perché lo fosse in
assoluto, ma perché lui rende tutto
facile. Per il resto deve fare quasi da
spettatore, concedendosi una bella
esultanza al gol del 2-0.
TADDEI 7.5 Nagatomo chi? Mai sfidare Rodrigo
sulla corsa. Mai. Tanto meno il Taddei
di adesso. Gli è bastata una giornata
di riposo per tornare una furia. Gli
spazzaneve del Comune non servono
più, è stato ingaggiato lui per
squagliare la neve di Roma usando la
suola rovente dei suoi scarpini. Una
volta storditi gli avversari, li finisce
con un doppio dribbling. Tanto per
ricordare che la corsa va bene,ma i
piedi vanno anche meglio.
JUAN 8 Sarà che in campo c’era Obi. Lui e
Obi. Obi-Juan. La forza è stata con
lui.
HEINZE 7.5 Torna e si vede. Si vede nella grinta
che ci mette e che trasmette a tutti.
Quella stessa grinta con cui sradica la
palla dai piedi di Milito. Il guardalinee
non gli dà il fallo laterale e lui se lo
vorrebbe mangiare. Si accontenta di
divorarsi gli attaccanti dell’Inter.
JOSE’ ANGEL 7 Ci voleva. Aveva proprio bisogno di
una partita del genere. C’è da giurare
che gli farà bene anche e soprattutto
per il futuro. Come hanno fatto bene
gli incoraggiamenti ricevuti in campo
da De Rossi. Che lo hanno convinto
ad avere coraggio, ad andare in
profondità, a fare quello che sa fare
meglio. Può fare molto meglio,
intanto bentornato.
GAGO 7 Andate a cercare nella palla. Ci deve
essere un piccolo pezzo di ferro e nei
suoi scarpini un altrettanto piccolo
magnete. Solo così si spiega il modo
in cui calamita tutti i palloni. O forse
un’altra spiegazione c’è: il pressing
che scorre nelle sue vene. Tolto dal
ruolo di diga davanti alla difesa e
messo in quello di cursore non fa una
piega. Quantità, e qualità. Come
sempre.
DE ROSSI 7.5 Il suo rientro non può spiegare da
solo tutta la differenza tra la Roma di
Cagliari e quella di ieri. Non può
spiegare da solo una difesa tornata
improvvisamente impenetrabile. Non
può spiegare da solo la superiorità
imbarazzante nei confronti dell’Inter.
Non può spiegare tutto.Ma molto.
PJANIC 7 Dovrebbero mettere l’obbligo di
attaccargli sulla maglia un segnale
come quello dei Tir che trasportano
carburante. Un segnale di pericolo.
Tipo “attenzione, giocatore
infiammabile”. Nel senso che ci
mette un niente ad accendersi. Un
tocco, un lampo di genio, e la Roma è
in porta. Come sull’assist del 2-0. Con
la partita in cassaforte dopo 48
minuti, si conserva altre scintille per
Catania
LAMELA 7 Con la sua tecnica, con la sua qualità,
c’è solo un modo per non diventare
un fenomeno del calcio: se non hai la
voglia di sacrificarti. Non è il suo
caso. Bastava vederlo ieri rincorrere
gli avversari fino al limite dell’area
della Roma.A fare fallo al limite di
quella loro per provare a recuperare
palla.A faticare per il bene della
squadra senza nessuna invidia se per
una volta le luci della ribalta erano
per gli altri.
TOTTI 8 Come è possibile andare a pressare
sul 4-0, a 5 minuti dalla fine? Come
fai a correre come un matto a partita
strafinita, con 35 anni e 211 gol in
Serie A alle spalle. La risposta è facile.
Lo fai se giocare a pallone ti fa ancora
godere. Lo fai se un colpo di tacco o
un lancio di 40 metri ti danno la
stessa scarica di adrenalina che
danno a chi la vede allo stadio o in tv.
Lo fai se ti diverti. E se hai quei piedi e
quella testa, divertirsi è davvero facile.
BORINI 9 Bang. Quando si infrange il muro del suono
si sente un boato.Ma quando si infrange la
velocità della luce come ha fatto ieri
neutrino Borini, che succede? Succede che
lo spazio si curva, il tempo si annulla, l’Inter
si annienta. Due gol, una prestazione
immensa.Tanto da far venire il mal di testa
a Maicon e costringerlo a uscire per
prendersi un’aspirina. Nel dizionario alla
parola “fame” c’è scritto: grande desiderio,
aspirazione profonda. Da oggi ci hanno
aggiunto anche la parola Borini.
LUIS ENRIQUE 8 Minuto 64, la Roma, la sua Roma,
sta strapazzando l’Inter. Tre a zero e
avversario all’angolo. Che fa un
allenatore normale? Si siede in
panchina e si gode la partita. Non
lui. Lui si sbraccia per dire alla difesa
di salire, di stare corti. Poi se la
prende con Stek perché ha fatto un
lancione. In conferenza aveva detto
che questa squadra è un’identità.
Gliel’ha data lui.
BOJAN 7,5
Adesso sì. Eccolo il Bojan di Barcellona.
Quello che può tutto o quasi. Quello che
salta 4 uomini e segna da solo. Quello
che alla classe unisce anche la grinta. E
ora Luis Enrique ha un bel problema di
abbondanza.
PISCITELLA 7
“Confronto con Zanetti, da far tremare le
gambe”. Il commentatore di Sky non fa
in tempo a finire la frase che lui salta il
capitano dell’Inter e mette dentro il cross
del 4-0. Alla faccia dell’emozione!
SIMPLICIO 7
Entrando a partita in archivio, si rischia di
prenderla sotto gamba, di fare una
figuraccia. A lui non succede.
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