Roma, si vede un approccio diverso. Luis Enrique può essere l’allenatore giusto

Roma, si vede un approccio diverso. Luis Enrique può essere l’allenatore giusto

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Approccio diverso. Calcio più incisivo e bello da vedere. La palla che gira da una fascia all’altra, tocchi di prima, corti, possesso palla prolungato quasi fino alla noia. Non sarà il tichi-tachi del Barcellona di Guardiola, il Riscone di Brunico non sarà il Manchester visto un mese fa a Londra nella finale di Champions League, ma la Roma ha la sua impronta ben precisa. Ed è questo che deve incoraggiare tutti i tifosi romanisti. Chi pensava che Luis Enrique fosse uno sprovveduto, forse dovrà ricredersi. Ma aspettiamo a dare giudizi. Almeno fino a quando non ci saranno test più probanti.

POSSESSO PALLA E 4-3-3 – E’ la cosa che balza agli occhi sin dalle prime battute. La Roma fa girare palla, da una fascia all’altra, con i terzini altissimi e i due centrali a ridosso del centrocampo. I tre intermedi sono disposti a “V”, con De Rossi vertice basso, Pizarro e Perrotta vertici alti. Poi le tre punte: Totti che fa il suo solito movimento e svaria a tutto campo, Borriello che è il terminale d’attacco (ha segnato tre gol ma poteva farne di più) e il giovanissimo Caprari che si è posizionato stabilmente sulla sinistra. Sarà questo molto probabilmente l’atteggiamento che vedremo nella Roma la prossima stagione. E se ci aggiungiamo gli innesti di Bojan e Lamela…

PASSAGGI CORTI – Con Ranieri vedevamo spesso palle alte per Luca Toni, o lancioni lunghi per Borriello. Invece con Luis Enrique si è vista palla a terra, giocatori in continuo movimento, sovrapposizioni e qualche schema. Tocchi di prima, con il solito frenetico (e quasi fastidioso) gioco di voler entrare con tutta la palla in porta. Ma poco male. Almeno vediamo un gioco bello, arioso e coinvolgente.

CONDIZIONE ATLETICA – Non si può essere al top dopo cinque allenamenti, però potevamo pensare peggio. La Roma, in alcuni suoi giocatori, dimostra una buona tenuta. De Rossi dopo un primo tempo eccezionale, cala nella ripresa e viene sostituito da Crescenzi. Borriello è in forma, ma ancora troppo macchinoso nei movimenti. Caprari è un peperino, scattoso e veloce. Rosi un motorino a cui le pile Duracel sembrano non finire mai. Taddei è un turbo ed è l’unico ad aver giocato tutta la partita. Poi mettiamoci Vucinic e Menez (entrati nella ripresa) che hanno dimostrato di essere in buone condizioni. Se verrà effettuata una preparazione atletica come si deve, durerà per tutta la stagione. Da questo punto di vista, notando l’inizio, non possiamo che essere soddisfatti.

LUIS ENRIQUE – Ultima nota per il tecnico. Ha incoraggiato dall’inizio alla fine Taddei. L’ha stimolato e pungolato a dovere. E i risultati si sono visti. In pochi allenamenti ha fatto vedere la sua mano (cosa non da poco) gettando le basi sul gioco Spallettiano. Il gruppo lo segue, tutti ne parlano bene e un motivo ci sarà. L’entusiasmo verrà pian piano. Intanto c’è fiducia. Scusate se è poco

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