IL MESSAGGERO (U. TRANI) – Basta e avanza l’accusa di Garcia: «Nel dubbio, i rigori a noi non li danno: dobbiamo essere più forti di tutto». E anche il malumore della gente giallorossa che non accetta di vedere la propria squadra trattata diversamente dalla Juve campione d’Italia e da due giornate di nuovo capolista. I torti ricevuti sono evidenti, in particolare quelli di Torino e Bergamo. Ma la Roma, come società, non ne parla in pubblico. Basso profilo e mai strillare. Nessuna presa di posizione ufficiale, nè dossier nè altre iniziative. Va bene quello che ha detto l’allenatore, con il quale c’è la massima sintonia sulla questione arbitrale: Rudi sta in campo e deve tutelare il lavoro quotidiano del suo gruppo. I dirigenti, invece, preferiscono tacere. Per evitare che passi l’alibi del complotto a cui non credono. Potrebbe diventare dannoso dentro lo spogliatoio e per tutto l’ambiente. La strategia è lineare: nessuno a Trigoria chiede favori, ma uniformità e chiarezza nelle decisioni e soprattutto arbitri bravi.
IL DESIGNATORE VIGILA
La Roma, penalizzata dagli sgarbi di Damato, cerca di andare oltre la rabbia. In tribuna a Bergamo è salito anche Stefano Braschi, il designatore dell’Aia. Non è una novità: in questa stagione è già la terza volta che segue la squadra di Garcia dal vivo. La società giallorossa, almeno da questo punto di vista, fa sapere di essere soddisfatta: la presenza di Braschi conferma l’attenzione che c’è nei confronti della Roma. A fine partita il designatore ha salutato l’ad Claudio Fenucci e il dg Baldissoni che si sono fermati con lui per uno scambio di opinioni sulla partita. Ovviamente anche sulla prova di Damato. I due dirigenti hanno cercato di capire come Braschi aveva valutato gli episodi contestati: la trattenuta di Cazzola su Gervinho, intervento che in Europa (basta pensare a quanto visto ultimamente in Champions: a Madrid, a Barcellona e a Dortmund) è sempre punito con il rigore, e il braccio di Canini sul tiro di Maicon. Nessuna lamentela ufficiale, però. Solo la richiesta di un parere e di un approfondimento sui due casi da moviola. Damato ha sbagliato, come Banti a Torino.
LA POSIZIONE DELL’AIA
«Non ci sono state particolari problematiche nella giornata di domenica». Marcello Nicchi, presidente dell’Associazione italiana arbitri, dà poco peso a quanto accaduto a Bergamo. Fa parte del ruolo e del gioco. In privato, quando si dovrà confrontare con Damato, di sicuro affronterà la situazione. «Non esprimo pareri prima di aver ricevuto le relazioni degli organi tecnici». Braschi non nasconde, invece, l’irritazione per il rumore fatto dai media dopo i rigori non concessi alla Roma nella gara contro l’Atalanta: «La polemica sui giornali? Veramente è di uno soltanto, e si commenta da sola. Non riusciamo ad andare oltre in questo Paese». Premesso che tutti i quotidiani hanno bocciato la performance di Damato, sarebbe il caso che il designatore prendesse provvedimenti nei confronti di quei direttori di gara che sbagliano con una certa frequenza. Coprire, come di solito avviene nel nostro calcio, non aiuta, anzi fa aumentare sospetti e veleni.