Roma verso il derby con un “problema” in più

Roma verso il derby con un “problema” in più

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Mettersi alle spalle la figuraccia del Donbass Arena e guardare avanti. Con questo spirito la Roma si rituffa nel campionato, alla disperata ricerca di quel quarto posto che darebbe un senso alla stagione deludente dei giallorossi. Tra il quarto posto e la Roma c’è uno scoglio che inevitabilmente diventerebbe importantissimo superare: battere la Lazio nel derby. Montella lo sa quanto è sentita la stracittadina nella capitale e ottenere un risultato positivo nel derby domenica allevierebbe, ma non cancellerebbe, la prestazione scadente di Donetsk. Il tecnico romanista ha un grattacapo in più, quello che Ranieri aveva cercato di gestire non riuscendoci: Francesco Totti

PAROLE AMARE – Non l’ha presa bene Totti l’esclusione dalla partita più importante della stagione. A questo punto, anche se dovesse giocare il derby domenica, sarebbe lo zuccherino. Il capitano romanista ieri ha detto delle parole molto precise e piene di sconforto nel dopo partita di Donetsk: “Non c’è niente da commentare”, per poi aggiungere: “Se gioco il derby? Chissà…”. L’unica certezza rimasta nella Roma, l’unico giocatore che davvero ha dato tutto in questi anni – e non come quei giocatori che baciano le proprie maglie per poi lasciare la Roma – è messo in discussione anche da Montella, l’unico forse di cui si sarebbe potuto fidare. Hanno vinto uno scudetto insieme e insieme hanno attraversato il mare tempestoso dello spogliatoio romanista nel 2001. Ora che le gerarchie sono cambiate, Montella al timone e Totti capitano della squadra, il numero 10 romanista sembra diventato un marinaio semplice. Anche con Ranieri le cose erano andate così. L’anno scorso, nel derby vinto dalla Roma 2-1 con doppietta di Vucinic, Totti fu relegato in panchina con De Rossi. Quest’anno il rapporto con l’ex tecnico romanista si è incrinato definitivamente dopo aver fatto giocare Totti solamente 4 minuti a Genova contro la Sampdoria. Ma se la Roma vorrà dare un senso a questo finale di stagione, c’è bisogno anche di Totti e Montella, inevitabilmente, dovrà dare spiegazioni. Soprattutto a lui.

“ROMA NEMICA DI SE STESSA” – Tutti i progressi mostrati a Lecce si sono sciolti come neve al sole nel gelo di Donetsk. Prestazione da cancellare di tutti (forse solo Juan e Pizarro si salvano nel complesso) e Roma di nuovo a leccarsi le ferite. Doni, reintegrato dopo un anno a ruolo di titolare (perché Julio Sergio ieri era addirittura in tribuna?) fotografa così il momento dei giallorossi: “L’aspetto positivo è che abbiamo provato a fare la partita per rimettere in discussione la qualificazione. Quello negativo invece è rappresentato dal fatto che spesso la Roma è la peggior nemica di se stessa. I gol subiti, ad esempio, erano tutti ampiamente evitabili”.

SAUDADE – Da un brasiliano all’altro. Ma in partenza. Adriano oggi ha detto addio a tutti i tifosi romanisti. Sì, anche a coloro che in 8000 avevano riempito la scorsa estate il Flaminio: “Ho deciso assieme alla società di andare via per un problema mio – dice Adriano ai microfoni di Sky Sport -. In questa stagione non è andata bene, mi sono infortunato tre volte, l’ultima la più grave, abbiamo parlato tantissimo con la società e abbiamo deciso di chiudere qua. Potevo rimanere in Brasile – aggiunge riferendosi al periodo trascorso in patria per recuperare dall’intervento alla spalla – ma non volevo fare come con l’Inter. Allora ho fatto lo sbaglio di non venire a parlare per risolvere la situazione e ora sto rinunciando a tanti soldi ma la cosa più importante per me è essere felice con la mia famiglia, i soldi poi arrivano”. Adriano afferma di poter lasciare Roma “a testa alta, non ho mai trattato male nessuno, ho sempre aspettato tutti. Mi dispiace per i miei compagni che avevano bisogno di me ma non ce la facevo più”. “Ero triste e ho deciso di tornare in Brasile dove ho due figli che mi mancano troppo – continua -. Loro sono attaccatissimi a me e quando parlo con loro al telefono mi viene da piangere. Mi si potrebbe dire che potevo portarli qui ma non è così semplice, sarebbe stato un atto di egoismo da parte mia, in Brasile vive mia madre, mio fratello gioca nel Flamengo. Ormai ho 29 anni e devo badare a me stesso da solo, ci sono cose che pesano tantissimo sulle mie spalle, la mia famiglia, i miei figli e tutto questo mi ha fatto pensare che la cosa più giusta per me era tornare in Brasile e stare vicino a loro”.

“DESTINAZIONE GRADITA” – La nuova proprietà avrà il dovere di pensare anche al problema portiere. Doni e Julio Sergio non danno le dovute garanzie, e allora una notizia di mercato che da qualche settimana si sta proponendo con maggior vigore è quella dell’interessamento della Roma nei confronti di Salvatore Sirigu, attualmente al Palermo. “Non c’è stato alcun contatto ufficiale con la dirigenza giallorossa – ha il suo procuratore Carlo Pallavicino a Romagiallorossa.it – ma devo dire che il mio assistito sarebbe lusingato da un eventuale interessamento della Roma. La trattativa eventualmente sarebbe facilitata dai buoni rapporti tra Zamparini e la dirigenza della Roma inoltre – continua – per il presidente rosanero cedere Sirigu rappresenterebbe una discreta operazione di mercato dal punto di vista economico. La valutazione del cartellino spetta a Zamparini ed in tal senso non so cosa potrebbe decidere il presidente. Dal canto mio posso dire che per il giocatore quella di Roma sarebbe una destinazione affascinante ed allettante”

ANCHE PALLOTTA VERRA’ A ROMA – A proposito di progetti futuri, l’arrivo di Thomas DiBenedetto dovrebbe concretizzarsi nei prossimi giorni. Precisamente il 15 marzo che, con ogni probabilità, porrà fine all’annosa questione del passaggio di proprietà. DiBenedetto, l’unico con il potere di firma, arriverà a Roma con uno dei suoi soci per porre nero su bianco con Unicredit ed acquistare il club giallorosso, molto probabilmente con James Pallotta, unico con potere di firma. Non resta che aspettare. E nel frattempo sperare per domenica…

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