Roma: Wait, please

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“Diamo tempo al tempo”. “La pazienza è la virtù dei forti”. “Rome wasn’t built in a day”. E così via. La pazienza deve essere la parola d’ordine per il tifoso romanista. Chi ha fretta, può anche cambiare canale durante il ritiro a Riscone di Brunico oppure trovarsi un passatempo che non sia la Roma per i prossimi 9 mesi di campionato. Per realizzare un progetto ci vogliono capacità, la mentalità giusta, persone adatte, spirito imprenditoriale, dinamismo, giocatori giovani che ti assicurino il futuro. Tutte doti che la Roma del consorzio americano possiede. Anche se ancora tutte queste doti non si vedono nelle loro potenzialità, ma ben presto si vedranno.

Lamela, Bojan, Josè Angel, forse Kameni e Stekelenburg, rappresentano un bell’inizio. Incoraggiante. Senza contare che il mercato è iniziato a luglio, e non a fine agosto come negli anni passati. Considerando che Unicredit ha dovuto ripianare il bilancio, gli americani mettere soldi liquidi per la campagna acquisti, la Roma è già un passo avanti rispetto al passato. DiBenedetto e soci non saranno gli Abramovich di turno, non saranno i Soros che tutti sognavano, non saranno i Sawiris che il popolo romanista attendeva da anni. Ma ci mettono la faccia, mettono uno spirito imprenditoriale non indifferente, mettono la mentalità americana a servizio della Roma.

Eppure è presto per giudicare. Aspettiamo almeno la fine della campagna acquisti, quando la Roma farà la famosa “foto di rito” per i nastri di partenza. Poi giudicheremo tutto. Ma ricordando che un progetto parte da oggi e si vede nell’arco di almeno 3-4 anni. Per ora “accontentiamoci” (si fa per dire…) dello splendido lavoro di Walter Sabatini e della guida “spirituale” di Franco Baldini che inizierà a lavorare ufficialmente con la Roma da ottobre. Saranno loro che ci metteranno la faccia, idee e faranno cullare – speriamo – sogni di gloria ai tifosi romanisti. Se così non fosse, saremo i primi a fare retromarcia e a chiederci i motivi per cui le cose non saranno andate come speravamo. Ma sparare sulla croce rossa ancor prima che si metta piede sul suolo trentino di Brunico, ci sembra francamente eccessivo. Roma: wait, please.

 

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