IL TEMPO – Quaranta, cinquanta, a volte pure sessanta sigarette, quattro partite in televisione e il telefono sempre bollente. Così Walter Sabatini, prossimo direttore sportivo della Roma, trascorre una «normale» giornata nella sua casa a Villaggio Azzurro. L’uomo del futuro è già a lavoro per gli americani. Dopo il distacco tormentato dal Palermo, si è mosso in giro per il mondo a caccia di giocatori per la nuova Roma targata Usa. Mentre qualcuno fantastica su un’inesistente trattativa per Sanchez dell’Udinese, Sabatini è partito per seguire le gare delle nazionali e domenica dovrebbe assistere all’amichevole Brasile-Scozia a Londra, dove vive l’altro dirigente pronto ad affiancarlo: Franco Baldini. Il progetto americano passa per il ringiovanimento della rosa. E infatti sul taccuino di Sabatini ci sono scritti solo nomi di talenti dalla classe 88’ in giù.
La lista (top-secret) è già pronta per essere sottoposta al futuro presidente Thomas DiBenedetto: i due dovrebbero conoscersi nei prossimi giorni a Roma dopo la firma sul passaggio di proprietà prevista entro mercoledì. Gli incontri finali con Unicredit inizieranno lunedì mattina. Nel frattempo, aspettando lo sbarco di Mr. DiBenedetto, anche ieri si sono susseguite le conference call tra tutti i legali coinvolti nell’affare. Sabatini sarà il primo nuovo dirigente ad attivarsi per il futuro. Perché il mercato si fa adesso. Per il prossimo ds giallorosso è un ritorno al passato, come fu nel caso della Lazio. Sabatini, tornato a vivere a Roma con la moglie e il figlio Santiago, ha un trascorso da calciatore a Trigoria negli Anni Settanta: era un’ala ma nel suo ruolo si trovò a sfidare un certo Bruno Conti nel e tornò al Perugia dopo appena dieci presenze da romanista. Ha provato anche la carriera da allenatore e lavorato nelle giovanili fino a guidare dal 1992 al 1994 il vivaio della Lazio, ai tempi di Di Vaio e Nesta. A Formello è tornato nei panni di consulente di mercato nel 2004 dopo le esperienze di Perugia, Trieste e Arezzo. I suoi «colpi» portano i nomi di Behrami, Zarate, Lichtsteiner, Radu e Kolarov. Quest’ultimo si è trasformato in un capolavoro per uno attento ai bilanci come Lotito: pagato 800mila euro e ceduto a 18 milioni. Ma il rapporto con il presidente laziale si è rotto e Zamparini non si è fatto pregare per portare Sabatini a Palermo. La «ricompensa» si chiama Pastore: un fenomeno scovato in Argentina che ha fatto le fortune dei rosanero e presto porterà parecchi milioni in cassa. Sabatini intanto cerca i Pastore del domani per la Roma.