Il sito di informazione sul Palermo Mediagol.it ha intervistato in esclusiva Walter Sabatini. Il direttore sportivo della Roma ha ripercorso la sua storia al club rosanero, commentando, inoltre, i suoi primi mesi nella capitale. Questi i passi più interessanti dell’intervista al dirigente giallorosso: “Il Palermo l’ho definito la mia utopia calcistica, chiaramente si è trattato di un progetto non completamente realizzato. Perché potesse essere tale era necessario un traguardo che è quasi arrivato, prima con la qualificazione sfiorata alla Champions League, in seguito, anche se fisicamente non ero più presente, con la vittoria della Coppa Italia. Volevo portare qualcosa a Palermo attraverso la strategia che era stata adottata, quella strategia che io definisco un’utopia. Già, era proprio un’utopia pensare di portare la Champions a Palermo. Per me l’esperienza siciliana è stata comunque una parentesi di grandissima crescita, sarà sempre qualcosa di significativo nella mia vita, quando vedo il rosa accendersi in campo provo davvero una forte emozione. Vi sono sembrato più invecchiato rispetto a quando lavoravo in Sicilia? Diciamo che ho attraversato 3-4 mesi molto impegnativi, la Roma è un grandissimo club e una città piena di sentimento con una notevole densità di opinioni, sussurri e grida. Roma è tanto in ogni sua manifestazione. Il compito è faticoso ma, adesso, con Baldini e Fenucci la società è completa e rispetto all’inizio, che ero da solo, le cose stanno cambiando e migliorando. Silvestre? Lo ritengo certamente uno dei migliori difensori della Serie A, complimenti al club rosanero che con lui ha fatto davvero un ottimo colpo. Se ho provato a portarlo a Roma? Ci ho pensato, perché è un ragazzo che mi è rimasto un po’ sospeso nell’aria perché già alla Lazio avevo accarezzato l’idea di riprenderlo quando ancora giocava nel Boca Juniors, poi non l’ho fatto e devo dire che ho sbagliato. Mi sono pentito di non averlo portato alla Lazio. Totti e Miccoli? Le due figure per il rispettivo peso specifico all’interno del proprio club sono sovrapponibili, poi ognuno ovviamente ha la propria storia e quella meravigliosa di Totti si caratterizza per aver passato tutta la vita sportiva alla Roma rinunciando ad opportunità professionali incommensurabili, Fabrizio oltre al Palermo ha avuto altre tappe nella sua carriera. In questo sono un po’ diversi, ma il peso all’interno del club è analogo”.