Il pool “reati da stadio” ha disposto la chiusura delle indagini nei confronti dell’ex portiere del Napoli Matteo Gianello e di Silvio Giusti, ex calciatore del Chievo già squalificato dalla Federcalcio per il fallimento di una società sportiva. Il reato ipotizzato per i due è frode sportiva in concorso, in quanto avrebbero cercato di alterare il risultato di Sampdoria-Napoli (stagione 2009-2010), ma anche di altri match. Matteo Gianello in un interrogatorio reso ai magistrati napoletani aveva ammesso di aver avuto da Giusti la proposta di girare soldi ai suoi compagni di squadra per far vincere la Sampdoria. Ne parlò con Cannavaro e Grava che, sempre secondo Gianello, rifiutarono indignati. In sede sportiva se venissero accertate le responsabilità di Gianello per Cannavaro e Grava potrebbe essere ipotizzata l’omessa denuncia, per il Napoli la responsabilità oggettiva visto che Gianello era un suo tesserato. Per i partenopei è a rischio l’Europa League. Ecco alcune dichiarazioni dell’ex portiere azzurro: “Ricordo che Giusti mi prospettò la possibilità di ricompensare i compagni che avessero aderito alla richiesta (di rendere maggiormente sicuro il risultato della partita a favore della Sampdoria) con somme di denaro”. Poi parla di quattro o cinque compagni presenti nello spogliatoio, ma non ricorda i nomi, ma poi riflettendo… Cannavaro e Grava. “Mi rivolsi a Paolo Cannavaro e a Grava e a nessun altro”. Esclude infatti la presenza di Santacroce, De Sanctis o di averne parlato con Quagliarella, ma specifica: “Cannavaro e Grava diedero immediatamente e con estrema decisione una risposta negativa”. “Preciso che quei discorsi su scommesse, quote, puntate on line in Inghilterra o Austria cominciarono ad essermi fatti con l’ inizio dello scorso campionato di calcio (2009-2010, ndr)”. Poi una curiosità: “I riferimenti alla camera a 5 stelle e a 10 stelle erano relative a somme di denaro di 5.000 e 10.000 euro da scommettere”.
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