IL ROMANISTA (M. BIANCHINI) – Lo scandalo televisivo è andato ieri in onda all’ora di pranzo. È arrivato come un pugno allo stomaco, togliendo pure la voglia di sedersi a tavola. Chi ha avuto la ventura di sintonizzarsi sulla rete Mediaset di Italia 1 che trasmetteva la consueta rubrica dedicata allo sport, è rimasto impietrito di fronte a un qualcosa che non potrà passare sotto silenzio. L’annuncio dei titoli in apertura aveva già sollecitato la curiosità per il tono sospettoso riservato alla vicenda dei bambini bianconeri della Juventus multati per il famoso coro offensivo. La difesa della vecchia signora e dei suoi pargoletti innocenti si è consumata gradatamente sotto una regia sottile la quale, pur vagamente stigmatizzando il loro comportamento, ha ripiegato su voci autorevoli nel tentativo di portare acqua al proprio mulino. E allora ecco apparire il “totem” Gianluigi Buffon, maestro di dialettica e di buon senso, noto “baciante” di avversari e inimitabile testimone della commozione espressa teatralmente in più occasioni nei preliminari delle gare azzurre della Nazionale.
L’episodio dei bambini multati? «Si cerca sempre di creare un problema che non esiste. Su una cosa lodevole frutto di una scelta altamente positiva che meriterebbe ampio spazio, si tenta di vedere il lato negativo: siamo in Italia». Parole che lasciano di stucco. Il portiere della Nazionale ha perduto una grossa occasione per rimanere zitto. La prudenza gli avrebbe impedito di generare il profondo sconcerto fra la gente civile che si è sentita presa in giro udendo che «il problema non esiste », quando l’Italia intera denigrata ironicamente, ha sentito partire dalle immacolate ugole il volgare grido riferito ai rifiuti organici.
Si è tentato di coinvolgere pure Prandelli il quale però ha avvertito la responsabilità del suo ruolo mancata a Buffon. «I bambini andrebbero educati» è stato il laconico commento del CT che deve aver indispettito gli indefessi difensori della vecchia signora. Ha preso la parola Bruno Longhi per puntellare con un giro di parole “sfuggenti“ la sostanziale integrità morale dei giovani imputati. Fin qui, è sembrato tutto rientrare nelle regole che vigono dalle parti in cui è tassativamente vietato criticare qualsiasi comportamento della vecchia madama, anche se questa invita allo stadio l’innocenza che sceglie lo “sterco” per insultare gli avversari. La botta allo stomaco si è sentita quando l’incauto commentatore si è addentrato nei paragoni, scappatoie dell’ipocrisia. «Si parla tanto dei bambini juventini e allora che dire di quello che combinano i grandi. Prendiamo ad esempio Bergamo dove dagli spalti romanisti è stata lanciata una pioggia di bengala contro i tifosi avversari». No caro sig. Longhi. Stavolta ha scelto proprio male andando a rievocare Bergamo dove i tifosi giallorossi hanno subito imboscate vigliacche. Ma nella fretta di indossare la toga a strisce, ha dimenticato il piccolo particolare.