“Stultorum mater sempiter gravida”: Quando una scritta sul petto non serve a...

“Stultorum mater sempiter gravida”: Quando una scritta sul petto non serve a nulla

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La scritta “No Racism” che campeggia sul petto, l’intenzione della società laziale di scrollarsi di dosso l’etichetta di club con “tifo razzista”, dissociandosi da quanto di increscioso è successo Mercoledì scorso a Campo de’ Fiori e Giovedì in Europa League durante Lazio-Tottenham. Eppure, buona parte dalla Curva Nord, il settore per eccellenza del tifo biancoceleste, intorno al 40° minuto del Primo Tempo di Lazio-Udinese, ultimo dei posticipi della 14a giornata di Serie A, ha prima gridato in coroAs Roma juden club‘, trovando bordate di fischi dal resto del pubblico di fede laziale. Non va fatto di tutta un fascio, certo, ma resta comunque chiaro e limpido il segnale che questa gente manda al mondo: come diceva qualcuno, “Stultorum mater sempiter gravida et stultorum infinitus est numerus” , per usare quella lingua a cui spesso si ispira il Presidente della Lazio Lotito.

Partiamo col definire Razzismo: “Ideologia che, fondata su un’arbitraria distinzione dell’uomo in razze, giustifica la supremazia di un’etnia sulle altre e intende realizzarla attraverso politiche discriminatorie e persecutorie. Esprime ogni atteggiamento o manifestazione di intolleranza“.

Da non confondere la parola “Razzismo”, con “Xenofobia”, ovvero “l’odio per gli stranieri, avversione contro tutto ciò che non appartiene alla propria nazione o etnia; ostilità pregiudiziale per gli stranieri“.

Il Razzismo da stadio si può dividere in tre differenti tipologie: il “razzismo diretto”, quando i tifosi insultano i giocatori per motivi etnici, “razziali” o religiosi; il razzismo indiretto” invece è quando gli insulti non hanno nulla a che vedere con quanto accade in campo, e che ha soprattutto l’obiettivo di fare propaganda politica, perché soprattutto dagli anni Ottanta molte curve sono diventate il bacino per diffondere idee razziste e discriminatorie. Infine il “razzismo in campo” che è invece il razzismo messo in atto da calciatori, allenatori, e a volte anche dai direttori di gara, che è a tutti gli effetti il più grave in assoluto.

Nel calcio non c’è razzismo. Forse qualche parola o gesto non corretti, ma è solo un gioco e basta stringersi la mano“, diceva Blatter qualche anno fa. Espressioni totalmente sballate, essendo questo un problema attuale, non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Ciò che in effetti cambia è il modo in cui si affronta il problema: in Inghilterra ne hanno fatto un affare di stato, e a pagare sono stati per primi i calciatori: basti pensare a Luis Suarez che si rifiutò di stringere la mano a Patrice Evra, beccandosi ben 8 giornate di squalifica, oppure a John Terry, che ha perso la fascia di capitano della nazionale.

Come si affrontano i problemi nel nostro paese? Si sborsano i quattrini e si sta zitti. Proviamo solo per un istante a fare un parallelo, spostando la vicenda Evra-Suarez in Italia: per le otto giornate di squalifica si sarebbe scatenato il finimondo, individuando nella decisione una congiura ai danni della squadra di appartenenza del giocatore accusato. Sarebbero partiti i vari “Ma come si permette?” “Pensi al suo spogliatoio e agli affari suoi”, dando il via alla spettacolarizzazione in Tv, cosa molto cara al “sistema italiano”.

Non occorre andare troppo indietro negli anni per trovare un problema nostrano: per far notare il razzismo ostinato verso Napoli (perché non si prende di mira il Club, ma la città ed i suoi cittadini) si è dovuti arrivare al caso-Amandola, giornalista autore di quel “inqualificabile e vergognoso servizio andato in onda nell’edizione serale della Tgr Piemonte, Sabato 20 ottobre”  in cui chiedeva a un tifoso della Juventus se i napoletani si riconoscessero dalla puzza, montando poi il filmato con due pseudo-tifosi che inneggiavano: “Vesuvio, lavali tu”. La Rai si è poi “scusata profondamente con tutti i cittadini di Napoli e con tutti gli italiani per l’inqualificabile e vergognoso servizio di G.Amandola andato in onda Sabato 20 Ottobre nell’edizione serale del Tgr Piemonte, comunicando che il giornalista è sospeso dal servizio e nei suoi confronti l’Azienda ha aperto un procedimento disciplinare“, come riportato su comunicato ufficiale. Procedimento disciplinare di cui non sappiamo più nulla.

Ciò che resta sono i cori che sono ricominciati da questa sera, con il buon caro vecchio Vesuvio richiamato a fare pulizia, nonostante la partita fosse tra Lazio e Udinese. Ma come detto qualche riga più su, in gergo simil-Lotitiano, la madre degli stolti è sempre incinta e il numero di stolti è infinito.

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