Franco Tancredi, mitico estremo difensore dello scudetto del 1983 e preparatore dei portieri della Roma, tornato dopo aver seguito Capello nelle sue avventure post-capitoline, intervenuto sulle frequenze di Rete Sport, ha spiegato la situazione del ritiro e dell’allenamento di Luis Enrique. Un metodo nuovo: “Gli allenamenti sono più specifici, perché il portiere deve far ripartire l’azione e viene chiamato spesso in causa. Senza dimenticare che, ovviamente, il portiere deve prima di tutto parare”. L’esperienza non manca a Tancredi, che ha lavorato con i migliori portieri del mondo: “Ho avuto la fortuna di allenare Buffon e Casillas, i più forti insieme a Julio Cesar”. Sulla solitudine del portiere, argomento toccato anche dalla letteratura calcistica, Tancredi spiega: “Il portiere non è un uomo solo, ma ha una grande responsabilità perché dopo di lui non c’è nessuno. La difficoltà è soprattutto mentale e il portiere deve sbagliare il meno possibile”. Sugli attuali portieri in rosa: “Abbiamo quattro elementi molto disponibili, che si impegnano molto. Dovrebbe arrivare un nuovo portiere, ma cercherò in ogni modo di valorizzare ciò che ho a disposizione. Conosco bene Curci, avendolo allenato per cinque anni, e confido in lui. Se si farà scattare qualcosa nella testa, potrà essere una piacevole sorpresa”. Su Luis Enrique: “Da 10 giorni sta cercando di inculcare convinzione ed entusiasmo. Sono tutti molto disponibili e lo staff spagnolo si è fuso alla perfezione con quello italiano”. Sulle accuse di tradimento, dopo aver seguito Fabio Capello, Tancredi ha invece parlato di un “problema di comunicazione”, ma ora si dice “contento e fortunato di poter essere utile alla causa della Roma”.