CORRIERE DELLO SPORT (M. EVANGELISTI) – Non c’è mai un inizio che coincida con una fine, neanche nelle storie dei calciatori dove si va sempre a cercare l’analogia, la coincidenza, il refrain. Capita però che le vite si annodino su se stesse con effetti stereoscopici. Vent’anni dopo laRoma batte la Sampdoria e va in testa. Vent’anni prima la Roma si fa superare dalla Sampdoria in casa ed esce dalla Coppa Italia. Vent’anni sono tanti e in quei giorni eravamo giovani persino noi, figuriamoci quanto lo era Totti, appena diciassettenne, neanche l’età per guidare una Stilo e poi la Stilo neppure esisteva. (…) La prima azione della Roma spiove al limite dell’area verso il pupo, che non è biondo ma castano chiarissimo. Il pupo allunga il tacco, paralizza il pallone e scatta in avanti per ricevere il passaggio di ritorno che non può mancare. (…)
TRE MINUTI – Conta il fatto che la legge e la leggenda di Totti ancora oggi coincidono, che la Roma è una con lui e un’altra senza di lui. Da vent’anni Francesco è l’uomo a cui si chiedono le grazie speciali, le folgorazioni, l’aiuto nei momenti cupi che per la Roma spesso sono più lunghi di un momento e si chiamano tempi.
Mercoledì sera, nella partita che fa senso per quanto è stata simbolica, la squadra impiastricciata della fatica di essere prima è andata in gol tre minuti dopo l’ingresso in campo di Totti. Se Garcia non ha fatto giocare Francesco dall’inizio, con un’angoscia in cuore che lo ha condotto fino all’espulsione, è per tenerselo da parte prezioso com’è, farlo durare a lungo, bastoncino di zucchero filato che si riavvolge nella carta plastificata e si conserva. (…)