Totti 37, la leggenda del capitano

Totti 37, la leggenda del capitano

SHARE

 

TEDESCHI
TEDESCHI

CORRIERE DELLO SPORT (M. EVANGELISTI) – Non c’è mai un inizio che coincida con una fine, neanche nelle storie dei calciatori dove si va sempre a cercare l’analogia, la coincidenza, il refrain. Capita però che le vite si annodino su se stesse con effetti stereoscopici. Vent’anni dopo laRoma batte la Sampdoria e va in testa. Vent’anni prima la Roma si fa superare dalla Sampdoria in casa ed esce dalla Coppa Italia.  Vent’anni sono tanti e in quei giorni eravamo giovani persino noi, figuriamoci quanto lo era Totti,  appena diciassettenne, neanche l’età per guidare una Stilo e poi la Stilo neppure esisteva. (…) La prima azione della Roma spiove al limite dell’area verso il pupo, che non è biondo ma castano chiarissimo. Il pupo allunga il tacco, paralizza il pallone e scatta in avanti per ricevere il passaggio di ritorno che non può mancare. (…)

LEADER – La Roma quel giorno vince, esce ai rigori e rinasce diversa. E’ appena diventato presidente Franco Sensi. Arriva anche Totti e non sarà mai più la Roma di prima, non potrà esserlo. Contro la Samp, squadra alla quale un giorno stava persino per andare, il pupo che divenne capitano nel 1998 succedendo ad Aldair ha giocato millanta volte, ha segnato in abbondanza e ha messo in scena il più colossale spettacolo del ventennio, sinistro al volo con palla curva come un arcobaleno, grande successo di critica e di pubblico in tutto il mondo. (…) La Roma è leader, qui sta il punto, e non è capitato poi spesso che il capitano potesse celebrare in cima alla torre della classifica il proprio compleanno. Oggi fanno 37, tutto va bene, la notte è tranquilla e il giorno anche. (…)

TRE MINUTI – Conta il fatto che la legge e la leggenda di Totti ancora oggi coincidono, che la Roma è una con lui e un’altra senza di lui. Da vent’anni Francesco è l’uomo a cui si chiedono le grazie speciali, le folgorazioni, l’aiuto nei momenti cupi che per la Roma spesso sono più lunghi di un momento e si chiamano tempi.

Mercoledì sera, nella partita che fa senso per quanto è stata simbolica, la squadra impiastricciata della fatica di essere prima è andata in gol tre minuti dopo l’ingresso in campo di Totti. Se Garcia non ha fatto giocare Francesco dall’inizio, con un’angoscia in cuore che lo ha condotto fino all’espulsione, è per tenerselo da parte prezioso com’è, farlo durare a lungo, bastoncino di zucchero filato che si riavvolge nella carta plastificata e si conserva. (…)

 

NO COMMENTS

LEAVE A REPLY

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.