Due grandi capitani. Due grandi attaccanti. Entrambi romani. E coetanei. La sfida in attacco tra Bologna e Roma presenta il dualismo tra Francesco Totti e Marco Di Vaio. L’attaccante e capitano del Bologna, cresciuto nelle giovanili della Lazio, conosce Totti sin dai primi tempi in cui si sono affrontati, quasi 20 anni fa. Nei derby delle giovanili Totti era un trequartista puro, Di Vaio un centravanti. Oggi i loro ruoli sono praticamente identici. A giudicare dagli esordi, entrambi gli attaccanti romani classe 1976 erano chiaramente dei predestinati: Totti fece l’esordio in serie A con Boskov, Di Vaio con Zoff. Ma a farli sbocciare definitivamente sono stati, rispettivamente, Carlo Mazzone (un vero padre per Totti) e Zdenek Zeman (il gioco offensivo del boemo permise a Di Vaio di realizzare tre gol in otto gare alla prima stagione nella massima serie). Le loro storie iniziarono a differire quando Di Vaio, dopo i prestiti al Verona e al Bari, viene ceduto dalla Lazio alla Salernitana. Totti è rimasto negli anni la vera bandiera della Roma, Di Vaio ha girato l’Italia e l’Europa, trovando alterne fortune. A Bologna, però, sembra rinato. E i numeri lo dimostrano chiaramente: 93 presenze e 50 gol complessivi coi rossoblu. Ma non sono solo le statistiche a fare di Di Vaio il vero campione di questo Bologna: in una situazione finanziaria tragica, è lui a trascinare la squadra in campo, guidando i ragazzi più giovani e mettendo anche in discussione il proprio compenso per ridistribuirlo equamente tra i compagni che non ricevono lo stipendio da mesi. Un vero esempio per i ragazzi del Bologna e per il calcio in generale. Francesco Totti però non è da meno: pur tra qualche follia e tante, tantissime, anzi troppe gogne mediatiche sta dimostrando, sempre e comunque, di essere un grande capitano. Basti vedere la qualità delle prestazioni e l’impegno nelle ultime partite, e metterlo a confronto col resto della squadra. Se Totti, come dicono tanti, è finito, allora il resto della squadra non ha mai iniziato…