Corriere dello Sport- (M. EVANGELISTI) – Qui ci sono meno calciofili che a Toronto. In compenso il DC United è l’unica squadra che possa vantarsi di andare ancora peggio dei canadesi nella Major League: ha vinto tre partite e ne ha perse quindici. Se nell’Ontario guardavano Francesco Totti con tanto d’occhi, nella capitale del mondo gli occhi li abbassano direttamente.
«Sono contento. E’ accaduto qualcosa che non mi aspettavo, un’accoglienza splendida. Mi piacciono gli Stati Uniti, ma non credo proprio sia possibile che io venga a giocare qui. Ho un contratto con la Roma e voglio rispettarlo. Non penso ad altre squadre né ad altri campionati».
L’America lo vorrebbe e lui lo sa. Ma la sua scelta è stata un’altra e non gli resta che aspettare il momento buono per sigillare sulla carta il proseguimento del matrimonio. «Un matrimonio, un amore. Vent’anni d’amore con la stessa maglia. Un’esperienza di vita. Ho avuto la fortuna di giocare accanto a grandi campioni. Ci metto pure Bradley, che oltre a essere un calciatore favoloso, è una splendida persona. Fa gruppo, è sempre allegro, sorride, trova le parole. Conoscerlo è stata una delle cose belle della mia carriera» . (…)
E’ il Totti dell’inizio della stagione scorsa. La speranza, sua e del tifosi, è che non rimanga altrettanto solo a prendere a schiaffi le onde.«Cominciamo a far bella figura con il Chelsea, in una partita prestigiosa. Tutti noi vogliamo disputare una grande stagione. E vogliamo mettere in mostra le nostre qualità» . Che ci sono, altrimenti il gioco di Garcia non sarebbe stato assimilato tanto facilmente. E Totti avrebbe taciuto. Come fa sempre quando capisce che parlare non serve, non serve a nulla.