Continua ad essere protagonista indiscusso di questi giorni, il dibattito sulla tematica del razzismo e della discriminazione territoriale, che non sembra metter d’accordo tutti. C’è chi condanna ogni espressione ‘poco virtuosa’, chi invece sostiene che le squadre non possano essere ostaggio della loro tifoseria e che ogni coro non possa essere trasformato in condanna. Dunque, il razzismo sembra essere diventato un’inciviltà da stadio senza eguali e fa continuare a parlare di sé. Soprattutto ci si chiede se di questo termine non si faccia abuso, se non sia soltanto una figura sintomatica di una forte discriminazione territoriale, celata da un misero campanilismo. Sull’argomento ha rilasciato un’intervista, Gianni Infantino, segretario generale della UEFA:
L’Uefa ha introdotto sanzioni definite dure quando non si tratta di razzismo ma di discriminazione territoriale?
“Abbiamo letto anche noi delle vicende legate alla chiusura di San Siro. La posizione dell’Uefa è chiarissima e il nostro regolamento di disciplina è altrettanto chiaro. Abbiamo introdotto delle punizioni esemplari per le discriminazioni in generale. Noi vogliamo che passi un messaggio: zero tolleranza verso le discriminazioni”.
Ma esiste una differenza tra razzismo e campanilismo, che molti sostengono si celi dietro quello che viene tacciato di discriminazione territoriale?
“Noi parliamo in generale di discriminazioni, ma siamo in contatto con le Federazioni e con loro il confronto è sempre aperto e chiaro. Era necessario dare un segnale forte contro le discriminazioni e aver previsto sanzioni dure è importante. Poi la differenziazione tra le tipologie delle discriminazioni è compito delle Federazioni”.
L’Uefa in futuro potrebbe fare delle differenziazioni tra le discriminazioni e le sanzioni?
“Non voglio parlare dell’Italia, ma della Scozia. In quella Federazione era molto importante la discriminazione religiosa e hanno ritenuto che fosse necessario intervenire. Perciò in virtù di questa interpretazione sia a livello nazionale sia per impegni internazionali, teniamo conto questi aspetti”.
La Gazzetta dello Sport